Il nunzio a Damasco: Festa dell'Assunta, più speranza per la Siria

In Siria, la comunità cristiana, nonostante grandi difficoltà, si riunirà nelle chiese per la celebrazione della Festa dell’Assunta. Per il settimo anno consecutivo la festività mariana è vissuta nella cornice della guerra che sta devastando il Paese; tuttavia i cristiani sono animati da una rinnovata speranza. La seppur fragile e parziale pacificazione di molte aree permetterà infatti a migliaia di fedeli delle varie confessioni cristiane di partecipare alle funzioni religiose.

Intanto però proseguono i combattimenti nelle province di Raqqa, Homs e Deir al Zur, nel centro della Siria ancora controllato dal sedicente Stato Islamico. Ieri 25 jihadisti dell’Is e sei militari dell’esercito siriano sono morti in una operazione messa a segno dalle truppe di Damasco. Lo fa sapere l’Osservatorio siriano per i diritti umani, che riferisce anche dell’appoggio dell’aviazione russa. Secondo le cifre dell’Osservatorio, dal 17 luglio scorso, nell’area sono morti 264 effettivi dell’esercito siriano e almeno 321 jihadisti. Dal canto loro le Forze democratiche siriane (FSD), alleanza armata guidata da milizie curde, annunciano di aver preso il controllo di due zone del centro storico di Raqqa, mentre violenti scontri proseguono nei pressi della città vecchia. Infine circa 300 miliziani hanno lasciato Arsal, nel nord-est del Libano, per fare ritorno in Siria nel quadro di un accordo tra Hezbollah e una fazione affiliata all’Esercito siriano  libero (Esl), Saraya Ahl al-Sham. Lo hanno riferito fonti dei ribelli siriani e del gruppo sciita libanese citate dall’agenzia di stampa Dpa. I combattenti  sono diretti ad al-Rouhiba, una città in mano ai ribelli situata nella parte orientale della regione del Qalamoun e 50 km a nord-est di Damasco.

Per sapere con quale spirito i cristiani siriani celebrano la festività dell’Assunta abbiamo intervistato il nunzio apostolico a Damasco, il cardinale Mario Zenari:

R. – Questa solennità dell’Assunta qui, nelle Chiese orientali – sia cattoliche sia ortodosse – è chiamata con il termine della «dormizione» della Madonna: è lo stesso dogma. C’è da sottolineare anche che tutte le Chiese orientali, la latina naturalmente compresa, celebrano questa festa della Madonna alla stessa data. La gente si ritrova nelle chiese, si cantano inni alla Madonna e ci si prepara anche con il digiuno.

D. – La Madre del Cristo è guardata con rispetto e venerata anche dai musulmani. Possiamo dire che la libertà religiosa continua a essere la cartina di tornasole di questo mosaico di culture che è la Siria?

R. – Per quanto riguarda la Siria, c’è sempre stata una soddisfacente libertà religiosa, con rispetto gli uni verso gli altri, e la Madonna è anche da loro molto venerata: è menzionata nel Corano e loro portano molto rispetto verso la Madre del Cristo, che loro considerano un grande Profeta. Partecipano anche loro a questo clima di festa dei cristiani. In questo anno, che è il settimo anno di guerra, c’è questa particolarità, che c’è un abbassamento della violenza in termini generali, un po’ ovunque, anche se in alcune zone c’è ancora molta sofferenza. Soprattutto nella zona del governatorato di Raqqa ci sono molte persone che sono dovute scappare, molti profughi da aprile a questa parte: si parla di 200 mila persone. Quindi, c’è un po’ di speranza che la situazione vada un po’ migliorando.

D. – Quindi, dopo sette anni di guerra e di violenze, possiamo dire che qualche comunità cristiana potrà vivere con più speranza questi giorni?

R. – Io direi di sì. In questo momento, ho presenti tre parrocchie che sono nella zona di Idlib: in tutto, vi sono 700 fedeli e nonostante tanti limiti, hanno la possibilità di vivere le loro liturgie con le loro preghiere, tutti i giorni …Immagino la gioia con la quale queste comunità, nonostante tanti limiti, celebrano questa festa dell’Assunta. Qua la devozione alla Madonna è molto, molto forte; le chiese, i monasteri dedicati alla Vergine sono numerosissimi e senz’altro salgono forti invocazioni di preghiera per la pace, per la riconciliazione in Siria.

D. – Che notizie arrivano, invece, dal fronte del conflitto? La Chiesa cattolica siriana rimane in prima linea sul fronte degli aiuti umanitari e del dialogo…

R. – Ringraziamo le nostre comunità cristiane cattoliche del mondo intero che mandano costantemente aiuti; qui, le Chiese sono impegnate nello sforzo di organizzare sempre meglio questa assistenza a tutti, cristiani e non cristiani. Mi riferisco in particolare ad Aleppo Est, che è tutta distrutta, dove già da gennaio sono stati aperti dei centri della Caritas Siria per la distribuzione di aiuti e di assistenza. E’ una zona completamente musulmana: alcuni si sono meravigliati e hanno chiesto: «Come mai voi cristiani siete qui e ci aiutate?». Questi sono i segni della nostra presenza in Siria: di apertura verso tutti.

Marco Guerra – RadioVaticana

15 Agosto 2017 | 18:00
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