Balcani, migranti al gelo. Centro Astalli: rischio catastrofe

Prima l’incendio della tendopoli che ospitava circa mille migranti a Lipa, nel nord della Bosnia. Poi il brusco calo delle temperature, con le nevicate degli ultimi giorni. La situazione lungo la cosiddetta ‘rotta balcanica’ è sempre più difficile: il Centro Astalli e altre organizzazioni umanitarie parlano di una possibile «catastrofe umanitaria».

La Bosnia continua a essere territorio di passaggio per decine di migliaia di profughi che, partendo dall’Asia, cercano di raggiungere via terra l’Europa. E proprio quella tra Bosnia e Croazia è l’ultima frontiera, che rappresenta anche il confine dell’Unione Europea. Nello scorso aprile a Lipa, un piccolo villaggio a circa venti kilometri dalla Croazia, era stato allestito un campo profughi provvisorio per far fronte all’emergenza Covid. Ebbene, il campo era arrivato a ospitare oltre un migliaio di migranti. Negli ultimi giorni di dicembre era previsto uno sgombero, ma il 23 dicembre un vasto incendio ha distrutto la tendopoli.

Come denunciato anche da padre Claudio Monge, sacerdote domenicano che vive a Istanbul ed è molto attento alle questioni migratorie, la situazione è sempre più insostenibile. Secondo Peter van der Auverart, capo della missione dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) in Bosnia, i migranti presenti nella zona potrebbero essere circa tremila: agli sfollati di Lipa, infatti, si aggiungerebbero altri profughi che già erano presenti lungo la rotta balcanica.

Il Centro Astalli ha denunciato la situazione con un comunicato stampa. «Quella nei Balcani», si legge, «è una situazione di violazione dei diritti umani ai danni di persone in fuga da contesti di guerra e crisi umanitarie come Iraq, Siria e Turchia». Per questo padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, lancia un appello: «L’Europa si faccia carico di attivare ora piani di ricollocamento e redistribuzione in tutti gli Stati membri per portare in salvo migranti forzati che hanno diritto ad essere accolti e protetti».

29 Dicembre 2020 | 11:15
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