Nella solennità di San Giuseppe in sette si incamminano verso il sacerdozio

Sono cresciuti in un ambito di fede ed è in questo contesto che è maturata la loro vocazione, che, dopo aver percorso strade diverse, li porta oggi, dopo un periodo di discernimento, a dire ufficialmente il loro sì al Signore. Martedì prossimo, 19 marzo, dalle ore 10, nella chiesa di San Giuseppe a Lugano, il vescovo Valerio accetterà sette seminaristi come candidati al sacerdozio attraverso il rito dell’admissio (ammissione).

Per il seminario San Carlo, si presentano Davide Santini e Daniele Furlan. Daniele, 35 anni, cresciuto a Locarno, ha sempre frequentato con la famiglia la Chiesa. Dopo gli studi in archeologia a Basilea, durante il dottorato, «ho risposto ad una chiamata vera e propria, anche se non si esprime a parola», ci confida. Un passo che ha necessitato di tempo. «Avevo bisogno di capire cosa il Signore mi chiedeva, cosa fare per seguirlo». Un cammino che si conclude ora con il rito dell’admissio, «un nuovo inizio, che mi rende consapevole dell’impegno che mi aspetta. Lo affronterò dando il meglio e affidandomi al Signore». Davide, 20 anni, è cresciuto a Vacallo. Durante gli studi liceali, vissuti sempre nella ricerca di risposte, è maturata la chiamata al sacerdozio e la scelta di entrare in seminario. «Il seme era già presente fin da quando era piccolo, anche se non lo sapevo, nella grande famiglia della Parrocchia», rivela. «Ora mi appresto a dire sì al Signore ufficialmente, davanti alla comunità e questa è una grande responsabilità».

Michele Comin, Niccolò Curci, Piotr Pawel Misiewicz, David Weber sono accompagnati dal seminario Redemptoris Mater. Il loro cammino verso il sacerdozio si è concretizzato nell’ambito degli incontri vocazionali, in particolare durante la giornata mondiale della gioventù di Cracovia. Michele ha 22 anni e proviene da Treviso. È cresciuto in una famiglia numerosa, in cui l’educazione alla fede è importante. «Ho continuato a camminare su questa strada e ad un incontro vocazionale sul lago di Garda ho capito che era chiamato a fare un passo in più e sono così entrato in seminario», ci racconta. «Per me l’admissio è una conferma della mia vocazione e del fatto che il Signore mi dà la possibilità di offrire la mia vita agli altri». Niccolò, 31 anni, di Pavia, si è laureato in fisica, ma malgrado ciò c’era un vuoto nella sua vita. «In Polonia ho capito che le cose del mondo non avrebbero colmato questo vuoto e ho detto «Signore, fai di me quello che vuoi»«. La chiamata è stata favorita anche dal fatto dal cammino di fede percorso insieme alla famiglia fin da quando era piccolo. Con l’admissio «la Chiesa riconosce la mia vocazione e questo per me è molto importante». Piotr è polacco ed ha 20 anni. Non trovava completa soddisfazione nei sui studi. «Ho ascoltato le parole di Papa Francesco su Zaccheo durante la GMG svoltasi in Polonia e sono rimasto colpito», e ha così iniziato un cammino di discernimento. «L’admissio è per me la conferma che sono sulla giusta strada». Anche David, 26 anni, italo-tedesco e cresciuto Berlino in una famiglia credente, ha cercato per molto tempo la felicità e il senso della sua vita. «L’ho trovato nel fare la volontà di Dio», ci confida. Il seminario Redemptoris Mater lo ha accompagnato in questo suo percorso e lui ha risposto con la disponibilità a svolgere la missione che gli è stata affidata.

Sarà ammesso agli ordini sacri anche Evandro Meneses Barbosa De Jesus, della Comunità Cattolica Shalom. Evandro, 26 anni, ha sentito la chiamata fin da bambino, anche non ne era totalmente consapevole. «La Comunità Shalom è venuta nel mio villaggio, in Brasile, per fare un ritiro, e ho capito che il Signore stava parlando al mio cuore», ci racconta. È quindi entrato in Comunità, dove si è rafforzata il desidero di seguire il Signore. «L’admissio è piccolo, ma significativo gesto, nel quale affidarmi ancora una volta al Signore».

Durante il Pontificale è prevista anche l’istituzione dei lettori (Jacob Lopez Conejro e Mateusz Jaczewsky) e di un accolito (Loris Gasparin). Tutte e tre sono seminaristi del Seminario Redemptoris Mater.

Di più su Pontificale e ministero del lettorato e dell’accolitato
Per saperne di più su Pontificale e istituzione dei lettori e degli accoliti abbiamo chiesto l’aiuto di monsignor Claudio Mottini, rettore del Seminario San Carlo.

Pontificale
«La parola è di origine latina. Pontefice è colui che fa da «ponte» tra Dio e gli uomini. Il Pontificale romano detto anche il cerimoniale dei Vescovi è il libro liturgico che contiene le formule e le rubriche delle celebrazioni presiedute dai vescovi nell’esercizio delle loro funzioni episcopali, come ad esempio la celebrazione dei Sacramenti e dei Sacramentali (Benedizione dell’Abate o dell’Abbadessa, consacrazione delle Vergini, Professione religiosa, Istituzione dei Lettori e degli Accoliti, Ingresso di un nuovo Parroco … )

Ministero del lettorato
Il ministero del Lettorato istituito è uno dei passi che vengono compiuti dal seminarista nel cammino verso l’Ordine sacro. Può essere ricevuto anche dal laico ed è istituito da Mons. Vescovo. Corrisponde ad un rapporto più intimo con la Parola di Dio, che diviene alimento primo in questo servizio ai fratelli. In modo particolare, questo si traduce nel servizio della catechesi; mentre nella liturgia corrisponde alla possibilità (secondo le Norme e Principi del Messale Romano) di leggere l’antifona d’ingresso e alla comunione, alla possibilità di portare in processione il libro dei Vangeli in assenza del diacono, la proclamazione della Parola di Dio (prima e seconda lettura, salmo responsoriale). Presso il Seminario San Carlo viene conferito da Mons. Vescovo con il rito durante la Celebrazione eucaristica. Nell’anno di formazione sono previste delle lezioni pratiche per apprenderne aspetti teologici e pratici.

Ministero dell’accolitato
È il secondo ministero istituito dal Vescovo diocesano, e può essere conferito anche ad un laico. Consiste in un rapporto intimo con l’Eucaristia, verso la quale il seminarista accolito matura la propria devozione. Quale ministro straordinario dell’Eucaristia, l’accolito può presiedere l’Adorazione eucaristica (senza impartirne la benedizione), portare la comunione agli infermi, assistere il Presbitero nella distribuzione dell’Eucaristia e la purificazione dei vasi sacri. Presso il Seminario San Carlo viene conferito da Mons. Vescovo con il rito durante la Celebrazione eucaristica. Nell’anno di formazione sono previste delle lezioni pratiche per apprenderne aspetti teologici e pratici.

Perché il giorno di San Giuseppe
«La fondazione del monastero San Giuseppe nel 1747 e la presenza delle monache cappuccine clarisse di clausura hanno segnato la vita di fede della Città e della Diocesi di Lugano. Quando le monache nel 1984 rinunciarono all’attività educativa, donarono alla Diocesi l’edificio del monastero e della chiesa. Per iniziativa dell’allora Vescovo di Lugano, Mons. Pier Giacomo Grampa, il monastero divenne la sede degli uffici pastorali della Diocesi e dal 2015 sede anche del Seminario San Carlo. Così il Centro San Giuseppe è diventato un luogo di riferimento importante, per l’attività. la missione e la presenza della Chiesa nel territorio.»
«È una felice e bella coincidenza che nel giorno di San Giuseppe si celebrino questi due ministeri insieme. Abbiamo la consegna da parte del Vescovo di un servizio legato alla Parola di Dio che illumina, agisce, guida, giudica, fa camminare e abbiamo la consegna di un servizio legato all’Eucaristia, il Sacramento della presenza di Cristo, e che è «fonte e culmine di tutta la vita cristiana» (Lumen Gentium) perché mistero che raduna, attira, dona, edifica la Chiesa nell’amore.»

Da sinistra: Evandro, Daniele e Davide

Da sinistra: Niccolò, David, Piotr e Michele

16 Marzo 2019 | 06:00
Tempo di lettura: ca. 4 min.
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