Nel cuore dell’Europa per rilanciare la speranza / catt.ch/gdp

Al Parlamento europeo e al Consiglio d’Europa, Bergoglio incoraggia una nuova visione politica fatta di «trasversalità di opinioni e riflessioni al servizio di popoli armonicamente uniti»

di Cristina Vonzun

Un viaggio estremamente intenso e  tutto politico quello di Francesco a Strasburgo, con discorsi al Parlamento europeo e successivamente al Consiglio d’Europa, concluso con l’immancabile intervista concessa nel volo di ritorno. Parole che richiamano anche il Magistero dei predecessori ridetto però nello stile bergogliano: schietto, senza mezzi termini ma pure accorto quando è necessario. Uno stile colorato dalla novità: lui primo Papa latinoamericano parla alla vecchia Europa e la guarda un po’ con gli occhi del resto del mondo.

Gli eurodeputati che affollavano l’emiciclo hanno applaudito 13 volte, con grande vigore, nei passaggi sull’immigrazione, il lavoro, la disoccupazione dei giovani, la povertà, la difesa della vita umana e della famiglia,  segno che il messaggio ha colpito. «È necessario affrontare insieme la questione migratoria. Non si può tollerare che il Mar Mediterraneo diventi un grande cimitero!» ha sottolineato Francesco.

Davanti agli europarlamentari Francesco ha indicato «l’ideale di un’Europa» che «non deve ruotare intorno all’economia, ma intorno alla sacralità della persona umana». Il Papa ha guardato alle difficoltà economiche di oggi lanciando un messaggio di speranza incentrato «sulla fiducia che le difficoltà possano diventare promotrici potenti di unità, per vincere tutte le paure che l’Europa sta attraversando». Forte il suo invito a «tornare alla ferma convinzione dei Padri fondatori dell’Unione europea», i quali «desideravano un futuro basato sulla capacità di lavorare insieme per superare le divisioni e per favorire la pace e la comunione fra tutti i popoli del continente».

Al centro di quel progetto politico, ha spiegato Bergoglio, vi era «la fiducia nell’uomo, non tanto in quanto cittadino, né in quanto soggetto economico, ma nell’uomo in quanto persona dotata di una dignità trascendente».  Oggi invece «i grandi ideali che hanno ispirato l’Europa sembrano aver perso forza attrattiva, in favore dei tecnicismi burocratici delle sue istituzioni». Ma l’Europa è parte di «un mondo più complesso e fortemente in movimento, sempre più interconnesso e globale e perciò sempre meno eurocentrico».

Poi il Papa affronta due parole chiave: dignità e trascendenza. Francesco invoca «una cultura dei diritti umani che possa sapientemente legare la dimensione personale a quella del bene comune, a quel «noi-tutti» formato da individui, famiglie e gruppi intermedi che si uniscono in comunità sociale». L’essere umano, infatti, «rischia di essere ridotto a semplice ingranaggio di un meccanismo che lo tratta alla stregua di un bene di consumo da utilizzare».  Infine la trascendenza: un’Europa che «non è più capace di aprirsi alla dimensione trascendente della vita lentamente rischia di perdere la propria anima».  Al Consiglio d’Europa Bergoglio ha esordito parlando di pace:

«La pace è violata dal traffico degli esseri umani, che è la nuova schiavitù del nostro tempo e che trasforma le persone in merce di scambio, privandole di ogni dignità». Ma qui il piatto forte sono state le parole sul futuro, la «ricetta» di Bergoglio: la necessità di «una nuova collaborazione sociale ed economica, libera da condizionamenti ideologici, che sappia far fronte al mondo globalizzato». Francesco auspica «una nuova agorà», una piazza pubblica europea «nella quale ogni istanza civile e religiosa possa liberamente confrontarsi con le altre, pur nella separazione degli ambiti e nelle diversità delle posizioni, animata esclusivamente dal desiderio di verità e di edificare il bene comune».

La cultura, infatti, «nasce sempre dall’incontro reciproco volto a stimolare la ricchezza intellettuale e la creatività di quanti ne prendono parte, e questo, oltre a essere l’attuazione del bene, è bellezza».
Per Bergoglio oggi l’Europa ha bisogno di «un costante cammino di umanizzazione» dagli orizzonti globali e che contenga un armonioso dialogo con le identità dei singoli popoli.

26 Novembre 2014 | 14:12
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europa (92), Francesco (78), Papa (1255), vaticano (186)
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