Navi soccorso sarebbero usate come taxi dagli scafisti – Polemiche tra Frontex e ong

È forte polemica tra Frontex e le ong impegnate nel Mediterraneo. Fabrice Leggeri, direttore dell’agenzia europea per le frontiere responsabile dell’operazione Triton, parla di «ong usate come taxi dagli scafisti» e le organizzazioni non governative rispondono parlando di campagna di discredito.

Secondo Leggeri, è un «paradosso» il fatto che è sempre più alto il numero delle operazioni di soccorso operate dalle ong nel periodo attuale che registra la maggiore quantità di mezzi pubblici mai dispiegata prima dall’Ue e dall’Italia. Eppure — sottolinea Leggeri — per un terzo dei soccorsi arrivano prima le ong. Leggeri lo spiega affermando che in troppi casi gli stessi scafisti sono praticamente in contatto diretto con operatori delle ong. E denuncia che, proprio per questo, si preoccupano di equipaggiare di meno le imbarcazioni, che tanto sanno che verranno «intercettate» presto e sicuramente. Il direttore lancia accuse precise: «Attraverso le testimonianze di migranti» si è riscontrato che «in alcuni casi gli scafisti danno telefoni ai migranti con i numeri delle ong». Non ha precisato a quali ong si riferisse, dicendosi pronto a fornire le informazioni all’autorità giudiziaria. E ha rivelato anche un altro particolare. Ci sarebbero, sempre secondo quanto emerso dalle testimonianze dei migranti, non meglio precisati uomini in uniforme che tengono contatti diretti con le ong: «Non la guardia costiera che addestriamo noi, ma uomini che controllano una parte del territorio libico a ovest di Tripoli».

Esiste una vera e propria «strategia» di istituzioni e media per screditare il lavoro delle ong nel soccorso ai migranti nel Mediterraneo. Ne sono convinti i responsabili dell’ong spagnola Proactiva Open Arms e di quella tedesca Sea-Eye, che ieri hanno tenuto una conferenza stampa a Roma.

14 Aprile 2017 | 15:08
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