«In Myanmar e Bangladesh ho visto vitalità e sofferenze dell’Asia»

In Myanmar e Bangladesh «ho potuto fare esperienza della vitalità e dell’intraprendenza che caratterizzano i popoli dell’Asia, ma anche del volto sofferente di un’umanità troppo spesso priva di prosperità materiale e di benessere sociale». Lo ha detto il Papa al National Council of Churches di Taiwan, che ha ricevuto questa mattina, sottolineando che i cristiani sono «chiamati a operare insieme per promuovere la dignità di ogni essere umano e per sostenere chi è meno fortunato».

 

Fondato nel 1991, il consiglio nazionale delle Chiese di Taiwan, membro della Conferenza cristiana dell’Asia e del Consiglio mondiale delle Chiese (World Council of Churches) è l’evoluzione della commissione ecumenico consultiva di Taiwan (1963) e della commissione ecumenica cooperativa di Taiwan (1966). Ne fanno parte le Chiese cattolica, presbiteriana, metodista, luterana, episcopaliana e, hanno detto i rappresentanti del consiglio nazionale in introduzione dell’udienza del Papa, «ci sono altre denominazioni a Taiwan non rappresentate qui perché non sono ancora pienamente sensibili allo spirito dell’ecumenismo» ed è pertanto speranza delle Chiese che aderiscono all’organismo che «la nostra visita sia di ispirazione per un impegno creativo e una maggiore inclusione per mostrare l’unità cristiana in modo più visibile». I rappresentanti cristiani taiwanesi hanno detto ancora al Papa di condividere il suo «messaggio di pace, tanto più necessario in questo momento della storia, consapevoli che senza amore, la pace non è veramente pace e senza amore, il mondo discende nel caos. Noi dobbiamo diffondere la pace e la gioia di Cristo, nostra speranza, e continuare a procedere insieme in spirito di fraternità a partire dal comune impegno in diverse aree come il servizio a poveri, bisognosi e svantaggiati».

 

«Come sapete», ha esordito il Papa nel discorso rivolto al National Council of Churches di Taiwan, «sono da poco rientrato da una visita in Myanmar e in Bangladesh. Ho potuto così fare esperienza della vitalità e dell’intraprendenza che caratterizzano i popoli dell’Asia, ma anche del volto sofferente di un’umanità troppo spesso priva di prosperità materiale e di benessere sociale. Ci sono molti ambiti nei quali, come Cristiani – ha proseguito Francesco – siamo chiamati a operare insieme per promuovere la dignità di ogni essere umano e per sostenere chi è meno fortunato».

 

«Sono incoraggiato – ha detto ancora Jorge Mario Bergoglio – da quanto mi avete detto: «senza amore, la pace non è veramente pace; senza amore, il mondo discende nel caos». Da Cristiani, siamo tenuti anzitutto a mettere in pratica il comandamento del Signore: «come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli». L’amore di Dio da incarnare concretamente nella vita è dunque la nostra via maestra, la responsabilità che insieme abbiamo davanti al mondo per testimoniare la speranza che è in noi».

 

Il Papa argentino ha ricordato, ancora, che la Chiesa cattolica, attraverso la Conferenza episcopale regionale cinese, è impegnata, sin dalla fondazione del National Council of Churches of Taiwan nel 1991, «a promuovere una maggiore unità tra i credenti nel Signore. Il rafforzamento delle relazioni tra le confessioni cristiane e l’annuncio di Gesù, che potrete portare insieme anche attraverso opere di carità e progetti formativi rivolti ai giovani, recheranno beneficio all’intera società. Un futuro migliore per tutti esige, infatti, la formazione delle giovani generazioni, specialmente nell’arte del dialogo, in modo – ha sottolineato – che possano diventare protagonisti di una cultura dell’armonia e della riconciliazione, tanto necessaria, e siano disposti a percorrere, con l’aiuto di Dio, quella via che va dal conflitto alla comunione e che si è dimostrata tanto fruttuosa nel cammino ecumenico. Ringrazio ciascuno di voi per l’impegno a proseguire su questa strada, rafforzando la fraternità e la collaborazione tra le vostre comunità. Continuiamo a camminare insieme nel primato della carità verso il giorno in cui sarà realizzato il desiderio di Gesù: «siano una sola cosa… perché il mondo creda»», ha detto il Papa, che ha concluso l’incontro invitando i presenti a pregare insieme il «Padre nostro».

Iacopo Scaramuzzi – VaticanInsider

7 Dicembre 2017 | 17:55
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