Ticino e Grigionitaliano

Mons. Volonté: «Lavorare per l’amore quotidiano: ecco l’impresa che ci attende!»

In questo periodo, reso pesante della pandemia da coronavirus, abbiamo tutti avvertito una terribile contraddizione: da una parte l’esperienza di una paralisi della vitalità perché costretti a limitare fortemente la vita sociale e dall’altra parte il bisogno di contatti, dialogo e relazioni. Corpus et anima unus (noi siamo unità di corpo e anima): raramente è accaduto di sentire così forte il richiamo di questa affermazione, ripresa dal Concilio Vaticano II nel suo importante documento Gaudium et spes. Un grande pensatore francese del secolo scorso, Emmanuel Mounier, scriveva: «Soltanto se la verità nasce dalla carne (come esperienza di concretezza della vita) c’è un parto pieno di letizia, la vita diventa feconda». Lavorare per questo «amore quotidiano» è l’impresa che ci attende.

Un lavoro discreto e profondo

Quindi, in questo tempo, come sospeso per tanti suoi aspetti, è necessario trovare nuove strade di relazione, di contatto, di creatività. Forse le attività visibili sono rimaste un po’ «sottotraccia», ma questo periodo ci ha consentito di lavorare più a livello personale, come quando si prepara il terreno per una nuova semina. Molte persone che ho incontrato mi hanno detto quanto sono stati utili per loro gli incontri fatti negli anni passati dalla Pastorale diocesana per la famiglia: gli incontri del sabato, le vacanze formative nei primi giorni di novembre… Ma non tutto si è fermato. In questi mesi si sono creati, per esempio, i «Centri di ascolto», iniziati nella parrocchia di san Nicolao a Lugano. Una iniziativa che ha coinvolto progressivamente molte famiglie anche fuori dal territorio luganese. Questi incontri, se pur svolti online, hanno generato amicizie solidali tra diverse famiglie. Potrebbe essere questa esperienza una preparazione al costituirsi di «Comunità familiari di evangelizzazione», un’esperienza pastorale già attiva in molte parrocchie italiane che si vorrebbe promuovere anche in Ticino.

Un cantiere aperto e creativo per il futuro

Cinque anni fa veniva offerta a tutta la Chiesa l’esortazione apostolica di papa Francesco Amoris laetitia (La gioia dell’amore). Il 19 marzo, il Papa ha inaugurato l’Anno della famiglia, in preparazione alla Giornata Mondiale della Famiglia, che avrà luogo a Roma il 26 giugno 2022. Il Papa tiene a cuore due argomenti che la Pastorale diocesana della famiglia prenderà come linee guida per l’impostazione del prossimo anno pastorale: il primo è la franchezza dell’annuncio evangelico e il secondo è la tenerezza nell’accompagnamento della famiglia. Studieremo come articolare nel concreto questa preoccupazione di papa Francesco. Inoltre, si avrà una cura particolare per la preparazione al matrimonio: un’inchiesta sociologica è stata avviata in Ticino per comprendere le motivazioni che portano le giovani coppie al sacramento nuziale. Queste sono le linee operative appena abbozzate, ma che ci permettono di inserirci nel buon cammino della Chiesa.

La preparazione al matrimonio

Mi è data la possibilità di fare una significativa esperienza nel Tribunale diocesano, dove arrivano molte richieste per dichiarare la «nullità del matrimonio» precedentemente celebrato. Il Tribunale diocesano è un luogo di discernimento, di valutazione e di decisione su un matrimonio frantumato. Alla radice di tanti matrimoni inesistenti, dal punto di vista del sacramento, esiste, a mio avviso, una mancanza di preparazione adeguata a comprendere la natura e l’impegno dello sposarsi in Chiesa. Per aiutare questo cammino, la diocesi di Lugano mette a disposizione un libretto dal titolo «Due in una carne sola» con le tematiche indispensabili da affrontare durante gli incontri con i fidanzati. Spetta ai sacerdoti responsabili di una comunità parrocchiale la missione di accompagnare personalmente i fidanzati nel loro cammino verso il sacramento. Ma senza una vera testimonianza incoraggiante e gioiosa da parte degli sposi cristiani, che già vivono questo sacramento, rischiamo di fare discorsi umanamente utili, ma che non incidono nella vita profonda delle persone.

Mons. Willy Volonté, delegato vescovile per la Pastorale della famiglia

18 Maggio 2021 | 07:44
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