Migranti al confine Grecia-Turchia: Unicef, «575.000 bambini sfollati, fare il possibile per prevenire ulteriori sofferenze»

«Nelle ultime settimane, l’escalation delle violenze nella provincia di Idlib ha provocato lo sfollamento di 575.000 bambini. Delle diverse migliaia di persone ora concentrate vicino Edirne e lungo il confine turco-greco, il 40% sono famiglie con bambini. Gli Stati devono fare tutto il possibile per prevenire ulteriori sofferenze ai più innocenti».

A chiederlo è l’Unicef che, in un comunicato, rimarca: «I bambini e le famiglie sradicate dalle loro case aspettano soluzioni condivise dai leader politici che comprendono supporto economico e politico per gli Stati che accolgono tutte le persone e i bambini in cerca di aiuti, e impegni seri per ricollocare i più vulnerabili».

«È tempo che tutti i Paesi interessati rispettino gli impegni internazionali di proteggere i bambini da violenze e pericoli, a prescindere dal loro status o da dove provengano. È tempo – afferma l’Unicef – di garantire accesso sicuro all’asilo e alla protezione internazionale, piuttosto che azioni e dichiarazioni che alimentano xenofobia o discriminazione. È anche tempo per la solidarietà europea con la Grecia e la Turchia, che hanno mostrato al mondo la loro generosità nell’accogliere un gran numero di bambini e famiglie. Nessuno stato può gestire i flussi dei rifugiati e dei migranti da solo. Tutti gli Stati hanno benefici se lavorano insieme per proteggere bambini e famiglie. Già vulnerabili, i bambini migranti e rifugiati hanno bisogno urgente di protezione. Nessun bambino dovrebbe mai rischiare la propria vita o il proprio futuro nella speranza di essere al sicuro».

La situazione nelle ultime ore

«Sono 120.000 i migranti che fino a stamani si sono diretti dalle zone interne della Turchia verso il confine con la Grecia per cercare di entrare nell’Ue, dopo che Ankara ha annunciato che non intende più fermarli». Lo scrive su Twitter il ministro dell’Interno turco, Suleyman Soylu. La cifra è dieci volte superiore a quella riferita dalle autorità di Atene e dalle ong internazionali. I due Paesi confinati non confermano gli arrivi. La Bulgaria, che ha rafforzato i controlli, nega che vi siano stati problemi al confine. E la Grecia ha affermato di aver respinto oltre 4mila migranti che cercavano di varcare la frontiera.

Continua il rimpallo tra Grecia e Turchia. Ankara non li ferma, Atene li respinge e li arresta. I turchi accusano i greci di aver ucciso un migrante siriano. I greci accusano i turchi di minacciare consapevolmente la sicurezza nazionale di Atene e condannano a quattro anni di carcere chiunque entri illegalmente nel Paese. Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, rivendica la sua strategia e invita l’Europa a «farsi carico della propria parte del fardello». La cancelliera tedesca, Angela Merkel, definisce «totalmente inaccettabile che questo avvenga alle spalle dei profughi». Sono almeno due i cadaveri restituiti dal mare, tra cui quello di un bambino, sulle coste greche.

Von der Leyen in visita al confine greco-turco

La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, in visita al confine greco-turco assieme ai vertici Ue e al premier greco, ha elencato i passi concreti che l’Unione sta compiendo nel segno della «solidarietà» e per fare in modo che «l’ordine sia garantito ai nostri confini». Con «unità, solidarietà e determinazione», l’Ue affronterà la crisi, ha assicurato Von der Leyen, dichiarando che la «Turchia non è un nemico», ma «le persone non sono i mezzi per raggiungere un obiettivo strategico». Per il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, la vicenda non fa altro che mettere di nuovo davanti agli occhi «la necessità di rafforzare la politica comune per l’immigrazione, mentre tanti governi continuano a non esserne consapevoli». Particolarmente bisognosi di una «strategia» dedicata sono i tanti minori non accompagnati, coinvolti in questa vicenda. Per il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, l’accordo con la Turchia non è in discussione: «Continueremo a implementarlo», ha dichiarato, «chiedendo siano rispettati i presupposti nel rispetto della legge internazionale e dei diritti umani».

«Solo un cessate il fuoco può evitare un’ecatombe»

Terre des Hommes Italia esprime «profonda preoccupazione» e chiede «un cessate-il-fuoco per evitare un’ecatombe». «Centinaia di migliaia di civili, tra cui moltissimi bambini – si legge in una nota della Fondazione – vivono ogni giorno indicibili sofferenze e provano a trovare rifugio in zone meno pericolose, a rischio della propria vita». «Solo un cessate il fuoco può evitare un’ecatombe», dichiara Bruno Neri, responsabile dei progetti in Siria della Fondazione Terre des Hommes. «È indispensabile che le parti in conflitto permettano alla popolazione civile, in particolar modo alle famiglie con bambini, di spostarsi in modo sicuro verso zone dove non si combatte e dove possano accedere a servizi essenziali di cura, nutrizione e protezione».

Presente sin dal 2006 in Siria, Terre des Hommes e i suoi partner locali hanno fornito assistenza alle vittime civili del conflitto scoppiato nel 2011 con decine di progetti umanitari d’emergenza. Attualmente nel Nord-Est della Siria è in corso un intervento di Terre des Hommes per combattere la malnutrizione acuta dei bambini e delle donne in gravidanza o che allattano. Terre des Hommes, infatti, fornisce dei servizi per migliorare l’alimentazione di neonati e bambini alle famiglie vulnerabili del campo profughi di Areesha e della città di Qamishli, oltre a un progetto di assistenza psicosociale ai rifugiati dei campi di Al-Hassakeh e Areesha. «Qui, oltre a dare un primo aiuto psicologico ad adulti e bambini, insegniamo ai piccoli a riconoscere le mine e a non toccarle», spiega Neri. Sempre nel campo della nutrizione Terre des Hommes è attiva nella città di Izraa, governatorato di Daraa, con un intervento che offre servizi salvavita per il trattamento della malnutrizione acuta dei bambini al di sotto dei 5 anni e delle donne vulnerabili in gravidanza o che allattano. Ad Aleppo e vicino Damasco la Fondazione ha aperto 2 centri di fisioterapia per la riabilitazione dei disabili, compresi bambini e adulti che hanno subito mutilazioni a causa della guerra. I beneficiari degli interventi della Fondazione sono oltre 100.000 persone, la maggior parte donne e bambini.

Agenzie

3 Marzo 2020 | 15:58
Tempo di lettura: ca. 4 min.
grecia (14), turchia (28), unicef (40)
Condividere questo articolo!