Messa dopo l’attacco in chiesa. La vicinanza dei musulmani

Yogyakarta (AsiaNews) – Una messa per «ripristinare la fede e rafforzare il morale dei cattolici locali»: è quella celebrata ieri sera presso la chiesa di Santa Lidwina, teatro del recente attentato islamista che ha causato il ferimento di un anziano sacerdote tedesco, p. Karl-Edmund Prier, e di altre tre persone. Lo racconta ad AsiaNews p. John «Santo» Dwiharsanto, parroco di Kumetiran, che sovrintende anche a Santa Lidwina. Nel frattempo, i cattolici perdonano l’attentatore ed esprimono gratitudine per la vicinanza mostrata dai musulmani moderati d’Indonesia. L’autore dell’attacco, il 23enne estremista Suliyono, è rimasto ferito ed è ora in carcere.

Nell’attacco, l’81enne p. Prier ha riportato alcune pesanti ferite alla schiena, alla testa e alle mani. Ciò nonostante, il gesuita era tra gli oltre 2.100 fedeli che ieri sera hanno preso parte alla funzione celebrata da mons. Robertus Rubiyatmoko, arcivescovo di Semarang, insieme a decine di sacerdoti. Durante la cerimonia, mons. Rubiyatmoko ha benedetto alcuni luoghi della chiesa.

Al termine della messa, l’arcivescovo ha dichiarato ai media presenti che la comunità cattolica di Semarang non serba rancore verso Suliyono. «Sin dai primi giorni dopo l’attacco lo abbiamo perdonato ed io ho incoraggiato i fedeli a non avere cattivi sentimenti nei suoi confronti. Dobbiamo pregare per lui e per una sua rapida convalescenza», ha affermato mons. Rubiyatmoko. In precedenza, anche p. Prier aveva perdonato il suo attentatore. L’arcidiocesi invita inoltre i fedeli a rivolgersi alla Commissione di Giustizia e pace per qualsiasi cosa relativa all’incidente.

P. FX Endra Wiyanto, un sacerdote diocesano di Yogyakarta, ha affermato che la solidarietà dimostrata ai cattolici dalla società civile, ma soprattutto dai musulmani moderati, ha «trasformato» l’esperienza traumatica in una nuova fase di rispetto reciproco. Essa si manifesta in un rinnovato senso di unità, forte stima e amore tra le diverse comunità di Yogyakarta.

Ieri mattina, mons. Rubyatmoko si è recato in visita presso la casa di Buya Syafii Maarif (foto 1 e video), per esprimere gratitudine al leader di Muhammadiyah, seconda organizzazione islamica moderata d’Indonesia. Nelle ore successive all’attentato, Syafii aveva visitato il luogo dell’aggressione. «La visita di Buya ci ha aiutato a calmarci. Ciò che è emerso dopo l’incidente è stato un forte senso di fratellanza», ha affermato mons. Rubyatmoko. Syafii si è dichiarato felice di dare il benvenuto al prelato, affermando: «Sono solo una piccola ‘vite’ che si sforza di promuovere la logica e il pensiero sano in questo Paese». Tre giorni fa, anche p. Prier aveva effettuato una visita di cortesia al leader di Muhammadiyah, la cui casa dista poche centinaia di metri da Santa Lidwina.

Pochi giorni dopo l’attacco, decine di musulmani moderati si sono recati presso la chiesa per ripulirla dai detriti. Il 14 febbraio, molti membri di GusDurian, movimento giovanile affiliato a Nahdlatul Ulama (Nu), la più grande organizzazione musulmana della nazione, hanno visitato l’edificio per testimoniare la loro vicinanza ai cattolici (foto 2). «Siamo venuti qui per visitare la chiesa e mostrare la nostra compassione alle vittime. Una simile violenza ha infangato il legame sociale della nazione. Siamo tutti cittadini indonesiani», ha affermato Kiai Hajj Umar Masdar, mentore della sezione di Yogyakarta.

Mathias Hariyadi – AsiaNews

22 Febbraio 2018 | 18:30
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