Internazionale

Merkel e Tajani a Sant’Egidio: avanti coi «corridoi umanitari»

L’accoglienza umanitaria «rappresenta uno strumento fondamentale della nostra politica. E ringrazio dal profondo del cuore Sant’Egidio per l’impegno nella creazione dei corridoi umanitari, che aiutano i rifugiati a non finire nelle mani dei trafficanti». Così la cancelliera tedesca Angela Merkel ha voluto rendere pubblico riconoscimento alle iniziative messe in campo anche dalla Comunità fondata da Andrea Riccardi. Lo ha fatto intervenendo nel pomeriggio di domenica 10 settembre all’incontro d’apertura del meeting internazionale «Strade di Pace 2017: religioni e culture in dialogo», ospitato quest’anno dalle diocesi tedesche di Münster e Osnabrück. Nella grande sala del Messe un Congress Centrum di Münster, anche la Cancelliera aveva ricevuto la sua buona dose di applausi, quando il vescovo Felix Genn, nel suo intervento, l’aveva elogiata per non aver ceduto alle critiche di chi le chiedeva di archiviare le sue politiche sull’accoglienza dei rifugiati e dei migranti. Nel suo intervento, Merkel ha definito positivi anche gli effetti dell’accordo con la Turchia che ha chiuso i flussi di immigrati lungo la «via balcanica», auspicando altri accordi analoghi con Libia Niger e Ciad.  

A Munster, dove dopo la «Pace di Westfalia» alla fine della Guerra dei Trent’anni provò nel 1648 a sotterrare in Europa «L’ascia della guerra di religione», la Comunità di Sant’Egidio ha radunato rappresentanti di tutte le comunità religiose per ridire ancora che l’autentico spirito religioso è amico della pace, e può dare un contributo formidabile a costruirla e a custodirla. Nella grande sala del Messe und Congress Centrum, centinaia di rappresentanti delle religioni, del mondo della cultura e delle istituzioni provenienti da tutti i continenti, hanno preso posto insieme a più di 2.500 persone, giovani e adulti, provenienti dall’Europa ma anche da altri Continenti. Sul palco, dopo il messaggio di Papa Francesco letto dal Nunzio Nikola Eterović, a suggerire i prossimi passi da fare sui «cammini di pace» è stato l’intervento di Andrea Riccardi: «le religioni» ha detto tra l’altro il fondatore della comunità di Sant’Egidio «non hanno percepito come la globalizzazione sia anche un’avventura dello spirito». Invece, di fronte a immensi spazi globali, a temute invasioni, sono riemersi antichi terrori. I popoli «chiedono rassicurazione e la trovano nella retorica urlata dello scontro o in leader politici bellicosi. Identificare un nemico dà sicurezza. Di fronte al terrore dell’altro si alzano nuovi muri. È la contraddizione di oggi: un mondo unito eppure così diviso. La divisione come reazione all’unificazione». Una situazione a cui secondo Riccardi occorre rispondere favorendo un’«unificazione spirituale» del mondo. «L’unificazione spirituale» ha spiegato Riccardi «non vuol dire omologazione o uniformità. Ma un grande e profondo movimento di dialogo spirituale e interreligioso che renda amici, benché diversi: nell’ambiente locale, come sulle scene del mondo». Anche perché i fautori dell’odio hanno capito l’utilità delle religioni usandole per alimentare il terrorismo. Le religioni possono essere acqua che spegne il fuoco della violenza, ma anche benzina che lo incendia».

 

Tajani: sì a un «islam europeo»  

Oltre a Riccardi, gli interventi d’apertura sono stati svolti dal Presidente del Niger Mahamadou Issoufou, dal Presidente dell’europarlamento Antonio Tafani, dall’economista/ambientalista Jeffrey Sachs, dal Patriarca greco-ortodosso di Antiochia Yohanna X, dal Rabbino di Francoforte Avichai Apel, dal Grande Imam di al Azhar Ahmed al Tayyeb e dalla buddista giapponese Kosho Niwano. Il Grande Imam del maggiore centro teologico sunnita si è soffermato sulla tragedia del popolo Rohingya e descrivendo le sofferenze del Medio Oriente, con una metafora efficace, ha descritto il sedicente Stato Islamico come «un trovatello di genitori ignoti, nato con zanne e artigli già pronti». Mentre il Presidente Tajani, oltre a esprimersi anche lui positivamente rispetto all’iniziativa dei «corridoi umanitari» sostenuta da Sant’Egidio e dalle comunità evangeliche, tra le altre cose ha espresso l’auspicio di vedere l’affermarsi progressivo di un «islam europeo» e ha sottolineato l’urgenza di favorire il dialogo non solo tra i leader, suggerendo di «diffondere tra i giovani una educazione al dialogo interreligioso.

Gianni Valente – VaticanInsider

11 Settembre 2017 | 18:00
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