L’Unesco premia l’accoglienza di Lampedusa

L’Unesco ha attribuito al sindaco di Lampedusa, Giusy Nicolini, e alla ong francese «S.o.s Mediterranée» il premio Felix Houphouet-Boigny per la ricerca della pace, per il suo impegno nell’accoglienza dei migranti. E la giuria del premio dell’Unesco ha lanciato un forte appello invitando la comunità internazionale a lavorare «perché il Mediterraneo torni a essere un luogo in cui dominano la solidarietà e il dialogo interculturale, e non lo scenario di tragedie».

Nella motivazione del premio si sottolinea che Giusy Nicolini è stata premiata «per la sua grande umanità e il suo costante impegno nella gestione della crisi dei rifugiati che arrivano a migliaia sulla costa dell’isola di Lampedusa e in altre località italiane, e per la loro integrazione».

Nicolini ha commentato l’annuncio del premio affermando che «in un momento in cui c’è chi chiude le frontiere e alza muri parlando di una invasione che non c’è essere premiati con questa motivazione ci fa sperare in una Europa solidale, dove l’umanità non è sparita». E Nicolini ha aggiunto che «diversamente rischiamo di naufragare anche noi insieme a profughi e migranti che tentano di attraversare il Mediterraneo».

In generale Nicolini ha lamentato che «alcune forze politiche si preoccupano dei vivi e non dei morti: parlano del numero di persone che arrivano e ignorano chi non ce l’ha fatta inseguendo il sogno di un futuro migliore» e si chiede «come si possa essere così disumani verso questi nostri fratelli».

Intanto, proseguono gli sbarchi sulle coste italiane di migranti salvati nei giorni scorsi nel Mediterraneo. Nel fine settimane sono state tratte in salvo 8500 persone. Questa mattina è approdata ad Augusta, in Sicilia, una nave con 453 migranti, tra cui minori e alcune donne incinte, ma anche con sette salme recuperate nel Canale di Sicilia. Ieri pomeriggio, in Sardegna, dopo lo sbarco di 816 migranti nel porto di Cagliari, sono stati arrestati tre scafisti individuati grazie alle testimonianze degli stessi migranti salvati al largo delle coste libiche. Tra loro ci sono 109 minori, di cui circa la metà non accompagnati.

Sul piano politico europeo dall’Austria è intervenuto il ministro degli interni, Wolfgang Sobotka. Ha ribadito di ritenere che sia «decisivo chiudere anche la rotta mediterranea dopo aver chiuso quella balcanica», sottolineando che «non c’è nessuna alternativa a una soluzione complessiva europea» per «porre fine alle morti tragiche e senza senso nel Mediterraneo».

(Osservatore Romano)

20 Aprile 2017 | 07:45
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