Commento

Lituania: un Papa fra la gente

Papa Francesco nella Cattedrale dei Santissimi Pietro e Paolo, a Kaunas, invita ad essere sempre innamorati di Dio, testimoni del suo amore, radicati nella storia luminosa della Chiesa lituana. «Siete figli di martiri» ha detto il pontefice. «Guardando voi, vedo dietro di voi tanti martiri. Martiri anonimi, nel senso che neppure sappiamo dove sono stati sepolti. Siete figli di martiri. Questa è la vostra forza. E lo spirito del mondo non venga a dirvi qualche altra cosa diversa da quella che hanno vissuto i vostri antenati. Ricordate i vostri martiri e prendete sempre da loro: non avevano paura.»

Abbiamo chiesto a Roberto Rossi, ticinese del movimento dei focolari, che ha trascorso molti anni in Lituania un commento a questi primi giorni  del Papa nei Paesi Baltici:

Se la visita di Giovanni Paolo II ha avuto il suo culmine nella messa celebrata alla Collina delle Croci, simbolo della resistenza e della fede del popolo lituano contro l’occupazione sovietica, papa Francesco è rimasto per così dire in «città», tra la gente. Ha sì visitato i luoghi simbolo della memoria, quali il museo dell’occupazione, ma il culmine della visita è stato l’incontro a tu per tu con le persone, le parole rivolte ai giovani, ai sacerdoti, alla folla di 100.000 persone riunite a Kaunas per la messa. Ha parlato dei temi a lui cari, esortando a non essere persone tristi ma innamorate di Dio, ad essere evangelizzatori di una Chiesa in uscita e a mettere al centro minoranze, disoccupati, anziani, giovani. Ha reso omaggio alla memoria, dando valore alle sofferenze del passato e, allo stesso tempo, ha stimolato a guardare al futuro: «Egli (Dio) riconcili la nostra memoria e ci accompagni in un presente che continui ad appassionarci per le sue sfide, per i segni che ci lascia». Sentire «come nostre le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini del nostro tempo, soprattutto dei poveri e dei sofferenti».

Tra i momenti importanti volti valorizzare le sofferenze del passato, va sottolineata in modo particolare la visita al quartiere ebraico di Vilnius, dove prima della guerra vivevano 40 mila ebrei e solo pochi sopravvissero alla persecuzione nazista. Un tema delicato per il paese, che anche grazie a Francesco, che ha preso l’occasione per mettere in guardia contro rinascenti l’antisemitismi, ha potuto ricevere la dovuta attenzione in uno spirito di continua riconciliazione e lotta a nuovi incipienti nazionalismi.

24 Settembre 2018 | 08:52
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