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«L'eucaristia è dono fino al sacrificio, altro che miraggi di successoˮ

Gesù ci invita, oggi come duemila anni fa, nella sinagoga di Cafarnao dopo la moltiplicazione dei pani, a mangiare la sua carne e a bere il suo sangue per «avere in noi la vita». E noi resistiamo a questo invito, come gli ascoltatori nella sinagoga, «quando facciamo fatica a modellare la nostra esistenza su quella di Gesù, ad agire secondo i suoi criteri e non secondo i criteri del mondo».

Il pane è la mia carne per la vita del mondo

Così Papa Francesco prima della preghiera dell’Angelus recitata dalla finestra all’ultimo piano del Palazzo apostolico, commentando il brano del Vangelo di questa domenica e la seconda parte del discorso di Gesù a Cafarnao, riportato dall’evangelista Giovanni. Egli si presenta come «il pane vivo disceso dal cielo», il pane che dà la vita eterna, e aggiunge: «Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

Nel pane condiviso il dono di sé fino al sacrificio

Subito gli ascoltatori si chiedono dubbiosi, prosegue il Pontefice, «Come può costui darci la sua carne da mangiare?», perché non capiscono  il significato vero del segno del pane condiviso «cioè il dono di sé fino al sacrificio«. Così si arriva a rifiutare «Colui che poco prima si voleva portare in trionfo». Prima volevano farlo re, commenta, «poi il distacco perché non è piaciuta questa parola di Gesù». Quando però Cristo prosegue: «Se non mangiate la carne del figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita»

La gente e i discepoli intuiscono che «Gesù li invita ad entrare in comunione con Lui, a ›mangiare’ Lui, la sua umanità, per condividere con Lui il dono della vita per il mondo. Altro che trionfi e miraggi di successo!

L’Eucaristia, anticipazione del cielo sulla terra

Questo pane di vita, chiarisce il Papa, «sacramento del Corpo e del Sangue di Cristo, viene a noi donato gratuitamente nella mensa dell’Eucaristia». E’ ciò che ci sfama e ci disseta spiritualmente oggi e per l’eternità.

Ogni volta che partecipiamo alla Santa Messa, in un certo senso, anticipiamo il cielo sulla terra, perché dal cibo eucaristico, il Corpo e il Sangue di Gesù, impariamo cos’è la vita eterna. Essa è vivere per il Signore: «colui che mangia me vivrà per me». L’Eucaristia ci plasma perché non viviamo solo per noi stessi, ma per il Signore e per i fratelli. La felicità e l’eternità della vita dipendono dalla nostra capacità di rendere fecondo l’amore evangelico che riceviamo nell’Eucaristia.

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19 Agosto 2018 | 14:30
Tempo di lettura: ca. 2 min.
angelus (230), eucaristia (7), PapaFrancesco (1456)
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