L'ex superiore generale della Fraternità, Mons. Fellay.
Svizzera

Lefebvriani: si è concluso a Ecône il capitolo generale

La Fraternità San Pio X nata dallo scisma del vescovo Marcel Lefebvre ha avuto ad Ecône in Svizzera il suo capitolo generale. La novità è stata la nomina del nuovo superiore generale, il successore di monsignor Fellay. È stato eletto il quarantasettenne don Davide Pagliarani, italiano, riminese, prete dal 1996, che ha esercitato il suo ministero a Rimini, a Singapore, ed è stato quindi nominato superiore del distretto d’Italia. Dal 2012 era direttore del seminario Nostra Signora Corredentrice a La Reja, in Argentina. La sua figura è da collocarsi sicuramente non nella linea di Fellay ma piuttosto in quella più intransigente di monsignor De Gallareta che diventa il numero due della fraternità. Un’elezione questa che sembrerebbe dunque allontanare la Fraternità da Roma. De Gallareta fu uno dei quattro vescovi ordinati da monsignor Lefebvre senza il mandato del Papa nel 1988, atto che aveva provocato il mini-scisma della fraternità e la scomunica, poi rientrata perché revocata da Benedetto XVI nel 2009. Ad eleggere l’11 luglio 2018 il nuovo superiore  sono stati i 41 membri con diritto di voto. Per diventare superiore era necessario ottenere due terzi delle preferenze. Pagliarani sarà superiore generale per 12 anni. Appena accettata l’elezione, ha pronunciato la professione di fede e il giuramento antimodernista. Ciascun membro del capitolo gli ha promesso rispetto e obbedienza.

La nota alla conclusione del Capitolo

Al termine del capitolo generale, la Fraternità Sacerdotale San Pio X ha diffuso una nota in cui viene ricordata «l’importanza e l’attualità della dichiarazione del suo fondatore monsignor Marcel Lefebvre del 21 novembre 1974. Oltre cinquant’anni di ‘autodemolizione della Chiesa’  – affermano i Lefebvriani- ci consentono di apprezzarne tutta la precisione». «Noi – è la dichiarazione di Lefebvre riportata dalla nota della Fraternità ultraconservatrice – aderiamo con tutto il cuore e con tutta l’anima alla Roma cattolica custode della fede cattolica e delle tradizioni necessarie al mantenimento della stessa fede, alla Roma eterna, maestra di saggezza e di verità… Nessuna autorità, neppure la più alta nella gerarchia, può costringerci ad abbandonare o a diminuire la nostra fede cattolica chiaramente espressa e professata dal Magistero della Chiesa da diciannove secoli… Perciò ci atteniamo fermamente a tutto ciò che è stato creduto e praticato quanto alla fede, ai costumi, al culto, all’insegnamento del catechismo, alla formazione del sacerdote, all’istituzione della Chiesa, dalla Chiesa di sempre e codificato nei libri pubblicati prima dell’influenza modernista del Concilio, aspettando che la vera luce della Tradizione dissipi le tenebre che oscurano il cielo della Roma eterna». Nel frattempo l’ex superiore generale Fellay rilasciando un’intervista di bilancio del suo mandato ha parlato in toni positivi del dialogo con il Papa attuale e di quello con papa Ratzinger. Per chi ha un minimo di memoria storica non c’è che da concludere con le seguenti parole: niente di nuovo sotto il sole, nel senso che è consuetudine della Fraternità -fin dai tempi in cui il cardinale Ratzinger insieme al cardinale e allora vescovo di Sion H. Schwery cercavano di dialogare con i lefebvriani a nome di Giovanni Paolo II- lanciare segnali di buone intenzioni di dialogo immediatamente smentiti da nessun cedimento riguardo alle proprie posizioni.

(red)

L'ex superiore generale della Fraternità, Mons. Fellay.
25 Luglio 2018 | 18:15
Tempo di lettura: ca. 2 min.
dialogo (112), lefebvriani (7)
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