«Le comunità del Rinnovamento nello Spirito siano laboratori di speranza!». Commento alla lettera pastorale

«Ripartire dal cuore: come battezzati, abitati dallo Spirito di Dio»: non possiamo che accogliere con gioia questo invito del vescovo di Lugano, Valerio Lazzeri, che ci raggiunge in un momento storico caratterizzato dalla diffusione della pandemia, la cui nota dominante, come lui stesso scrive, è la «sospensione tra fiducia e timore, slanci in avanti e appelli alla prudenza». Come battezzati, dunque, siamo chiamati a ripartire dal cuore non solo come espressione della nostra fragile intimità umana ma perché è in esso che l’amore di Dio è stato riversato per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato (Rm 5,5). È lo Spirito che, toccandoci intimamente, ci guida a Gesù, facendoci passare, come il vescovo auspica, «dalla paura alla fiducia, dal sospetto alla consegna e all’offerta di noi stessi, dall’irrigidimento sui nostri bisogni alla gioia di scoprirci in comunione». Certo, l’esperienza che stiamo vivendo è una sfida a tutto ciò che avevamo consolidato nelle nostre vite personali e comunitarie, sia sul piano sociale che ecclesiale. È una sfida che ci può portare alla sindrome della capanna, «al rischio della paralisi o del minimo sforzo» come la lettera pastorale sottolinea. È una sfida, però, che ci sollecita, come il vescovo indica, a pensare che tutto ciò che stiamo vivendo «non è soltanto un’interruzione temporanea dei progetti in corso» ma è, al tempo stesso, un forte stimolo a «lasciarci concretamente plasmare e trasformare da Dio». Ecco perché quando il lockdown ha toccato anche tutte le attività dei gruppi e delle comunità del movimento ecclesiale del Rinnovamento nello Spirito (RnS), abbiamo avvertito il bisogno di trovare delle nuove forme integrative per vivere ancora la comunità, per continuare a essere comunità plasmata da Dio e vicina a chi ha bisogno di consolazione e accompagnamento. Abbiamo perciò, innanzitutto, «intensificato la preghiera», come il vescovo auspica, affiancando alla meditazione quotidiana della Parola di Dio, la recita del rosario, chiedendo alle famiglie di essere veri e propri cenacoli pentecostali. Sfruttando le potenzialità dei nuovi media abbiamo poi avviato ogni settimana 40 ore di adorazione trasmesse in diretta dall’Italia e dalla Svizzera sulla pagina facebook del RnS: anche diversi sacerdoti, diaconi, fratelli e so relle della nostra diocesi hanno contribuito ad essere strumento di grazia che ha raggiunto milioni di persone. I nostri gruppi e le nostre comunità hanno poi avuto la possibilità, con appositi strumenti online, di continuare gli incontri di preghiera comunitaria e di formazione. Lo sviluppo dell’evangelizzazione online è stato forse, per il RnS, uno dei frutti più visibili di questo periodo così speciale e tribolato. Siamo comunque pienamente consapevoli che si tratta di forme integrative e non sostitutive della vera vita comunitaria ed ecclesiale. Proprio per questo, non appena le disposizioni pubbliche lo hanno consentito, abbiamo esortato i nostri responsabili delle realtà locali «a rimettersi all’opera senza lasciarsi schiacciare interiormente», riavviando, con tutte le precauzioni richieste, gli incontri comunitari di preghiera, di formazione e di evangelizzazione. Vivendo questa ripartenza non ho potuto fare a meno di pensare che proprio i gruppi e le comunità del RnS sono un esempio concreto di quei laboratori di speranza che il nostro Padre vescovo sogna. Luoghi dove spesso si affacciano coloro che nessuno ha «preso» perché possano ritrovare la luce e la speranza della vita nuova in Cristo. Luoghi dove attraverso l’accoglienza, la preghiera comunitaria, la lettura sapienziale della parola di Dio, l’accompagnamento fraterno, la formazione, l’annuncio della buona novella del vangelo, nella potenza dello Spirito, si è «mistagogicamente introdotti al mistero di Cristo», nostro Signore. Vorrei dunque, in conclusione, unirmi alle parole del vescovo perché in questo tempo desertificato «non manchino le persone toccate intimamente dallo Spirito di Cristo, desiderose di condividere con altre il loro anelito di maturazione nella fede e nel servizio». È quanto continuamente ci esortiamo a vicenda noi responsabili del RnS, perché i nostri gruppi e comunità siano dei veri «laboratori di speranza» che conducano, nella grazia dello Spirito che rinnova i cuori, all’incontro con Cristo.

Enrico Berardo, diacono e coordinatore del Rinnovamento nello Spirito Santo Svizzera

4 Ottobre 2020 | 12:34
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