Ticino e Grigionitaliano

L’appello del movimento dei Focolari: «Siamo sempre in tempo per la pace»

Torna, in versione online, la «Settimana Mondo Unito» promossa dai giovani del movimento dei Focolari, fondato da Chiara Lubic. L’evento, iniziato oggi, 1. maggio, proseguirà fino a giovedì prossimo 7 maggio, con lo scopo di raccontare storie di vita ed iniziative che, in ogni parte del mondo, contribuiscono a realizzare, tra le persone e i popoli, la fraternità, l’unità e la pace, anche ora in piena pandemia da covid-19. La maratona multimediale sarà trasmessa dal sito web unitedworldproject.org. Due gli eventi centrali: il primo oggi, sabato 2 maggio, alle ore 12, con la diretta streaming «#InTimeForPeace Web Event» che collegherà diverse città del pianeta ospitando dibattiti e performance artistiche. Il secondo domani, domenica 3 maggio, dalle 11:00 alle 12:00 di ogni fuso orario, si correrà virtualmente la Run4unity, una staffetta non stop che abbraccerà il globo, con giochi, sfide e testimonianze. Il tema centrale di quest’anno è «In Time for peace», ovvero «in tempo per la pace». Il messaggio della «Settimana Mondo Unito» vuole così unirsi simbolicamente ai tanti richiami alla pace e all’attenzione verso i più vulnerabili, che Papa Francesco rivolge all’umanità, anche in questo tempo di pandemia, e all’appello per il cessate il fuoco globale lanciato dal segretario generale delle Nazioni Unite Antònio Guterres. Abbiamo colto questa occasione anche per sentire alcuni aderenti del movimento dei Focolari in Ticino per capire come stanno vivendo questa emergenza sanitaria. «»Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro…» questa frase del vangelo di Matteo – ci racconta Lut – è stata per me luce e guida in questo tempo difficile. Saltavano, uno dopo l’altro, le possibilità di trovarci insieme, anche in piccoli gruppi. Cominciavano i timori sempre più pressanti per i nostri cari, per gli anziani, per noi stessi… Perché Dio permetteva questo tempo di dolore e isolamento? Forse per parlare ad ognuno di noi nel silenzio, o per renderci ancora più attenti di chi ci vive accanto? L’amore, aiutato dalla creatività, mi ha permesso di non chiudermi in me stessa e mi ha fatto trovare nuove modalità per andare incontro al fratello, cominciando dai vicini di casa fino al parente o conoscente più lontano. Ho cercato di raggiungere le persone tramite email o con lettere spedite per posta. Con sorpresa tanti hanno risposto, o telefonato. Questa pandemia mi ha obbligato a guardare la vita con più sacralità, a prenderla sul serio. Il credere all’amore di Dio è un’ancora e sperimentarlo nelle piccole conquiste di ogni giorno è un porto sicuro». «Una mamma – prosegue Lut – mi ha raccontato come questa quarantena per lei è stata molto difficile: quasi impossibile trovare degli spazi per stare in intimità con Gesù. Allora tutto si è giocato nel vivere fino in fondo il presente offrendo a Dio le fatiche: andare a camminare con i figli anche sotto la pioggia, prendere tutto il tempo necessario per fare la spesa e gestire la casa…» «Sono grata a Dio – ci dice Cristina – per le varie celebrazioni online trasmesse da Lugano, da Roma o da altri luoghi. Le messe, i culti, i momenti di preghiera comunitari fruibili sul web mi hanno permesso di vivere in unità con tutta la Chiesa anche nel trascorso tempo di Quaresima e in questo di Pasqua così particolari, isolati nelle nostre case». «Un mondo unito – ci confida Hans – può apparire come una meta utopica e irraggiungibile, ma sono cosciente che tutto può cominciare dal mio piccolo mondo, quello nel quale sono attualmente costretto a vivere per la quarantena, ma avendo nel cuore un ideale di solidarietà e di amicizia verso tutti. Avendo dentro questa carica è facile scoprire i passi da fare, come utilizzare il tempo: una telefonata ad una persona che so essere sola, rispondere ad una email cercando di trasmettere un po’ di serenità e speranza, accogliere con uno sguardo di gratitudine e riconoscenza la persona che volontariamente mi porta la spesa a casa, allenarmi a fare le cose più semplici come lavare i piatti. Con sorpresa ciò che sembrava essere pesante è diventato una vera e propria scuola d’incontro a distanza, spesso virtuale, ma del tutto reale». Chiara Lubich, fondatrice dei focolari, nella pasqua del 1975, scriveva: «Ogni nostra giornata deve essere come una risurrezione: sempre su, sempre pronti ad amare chiunque incontriamo, senza guardare se ci piace o meno. Amare, amare, amare. Non stancarci mai di amare». Un pensiero di grande aiuto per questo tempo difficile caratterizzato dall’emergenza sanitaria.

Federico Anzini

1 Maggio 2020 | 16:08
Tempo di lettura: ca. 3 min.
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