Ticino e Grigionitaliano

La vita generosa della ticinese Franca Moccetti, scomparsa qualche giorno fa

«Era una colonna dell’Opera diocesana pellegrinaggi e non si risparmiava mai. Fungeva da guida, animatrice, soccorritrice; a Lourdes trascorreva il suo soggiorno nel padiglione d’accoglienza – la Permanence – e, salvo per le funzioni ufficiali, non lasciava la postazione, attenta che tutto e tutti fossero a posto. Ogni volta che la zia era in procinto di partire per Lourdes, la nonna Emilia diceva «Sperem che la Madona la ga faga la grazia da metich la testa a posct». La testa è rimasta quella, ma a beneficio di tantissime persone». Questo è uno dei molti aneddoti raccontati dalla nipote Elisabetta il giorno dell’ultimo saluto e che riflette la personalità e il carisma di Franca Moccetti, scomparsa qualche giorno fa all’età di 93 anni. E in effetti sono in molti oggi a sentire la sua mancanza e a ricordarla con affetto e gratitudine. La sua generosità, sia materiale ma anche nelle preghiere, era senza confini, a Lourdes, ma anche in ambito professionale: è stata per molti anni il braccio destro dell’allora proprietario dell’Innovazione (oggi Manor). Si è fatta apprezzare anche per il suo impegno a livello comunale a Savosa. Come ci confida Ilaria Cavaliere, che quando l’ha conosciuta al suo primo pellegrinaggio a Lourdes aveva 13 anni, «se Franca fosse un fiore sarebbe un grandioso giglio. Così era la sua vita, riservata e pura.

Disponibile e generosa con chi aveva bisogno. Grande mediatrice con spiccate doti di comunicativa anche se la lingua che preferiva era il dialetto. Era una gioia incontrarla perché la gioia più grande l’aveva lei nell’incontrare ogni singola persona.

Aveva una straordinaria capacità di trasmettere il suo affetto mantenendo una grande umiltà in tutto».

Più tardi Ilaria è stata chiamata ad affiancare Franca per garantire la continuità del servizio a Lourdes. «Franca è stata una maestra in tutto: precisa contabile con una sua metodologia che non ha mai voluto cambiare. Anche negli anni in cui portai il mio computer a Lourdes per agevolare il sistema amministrativo mi era concesso di utilizzarlo solo come verifica. Tutto quello che ho imparato da Franca l’ho a mia volta insegnato ad altri affinché tutto potesse continuare così come voleva lei.»

L’attaccamento a Lourdes di Franca è nato negli anni ›50 con l’organizzazione del primo pellegrinaggio diocesano. Si rese subito disponibile ed era abile in tutte le questioni organizzative ed umane come membro dell’allora Ufficio Pellegrinaggi nato e voluto da mons. Alfredo Leber con don Guglielmo Maestri, don Sandro Vitalini, Giuseppe Beeler, Carlo Franscini, Alberto Bottani, Aristide Cavaliere, Luigino Molteni. Nel 1974, questo divenne il Comitato dell’Opera Diocesana Pellegrinaggi con l’aggiunta di nuove leve come Carlo Isotta, Urs Bischof, Daniele Pestalozzi, Paolo Pellegrinelli, Ilaria Cavaliere, Giorgio Dordi e, successivamente, don Zanini. Le sorelle Crivelli, Angela Arcioni, Jones Falardi e Franca Cavaliere-Fontana formavano la squadra capitanata da Franca. Nel ricordare gli anni di Lourdes, Franca ci teneva a evocare i loro nomi e quelli di altre persone incontrate. «Ringrazio Dio per avermela fatta incontrare: un modello di vita da seguire con fiducia e viva fede. Ora so che starà organizzando anche la nostra accoglienza in paradiso per la gioia eterna», sorride Ilaria.

Franca a Lourdes.
Franca e mons. Grampa.

Katia Guerra

23 Maggio 2020 | 17:47
Tempo di lettura: ca. 2 min.
Condividere questo articolo!