Internazionale

«La vita dentro la morte» secondo Johnny Dotti

Editoria

«La vita dentro la morte» secondo Johnny Dotti

di 

  • Elisa Bertoli

 02 luglio 2020

È possibile sperare all’epoca del coronavirus? Generare un mondo diverso, come tutti si auspicavano all’inizio della pandemia? Johnny Dotti, pedagogista e imprenditore sociale, prova a rispondere nel libretto «La vita dentro la morte», appena pubblicato da Emi. E in questa intervista.

«Non cercare risposte ora: nessuno te le potrà dare, perché non sei in grado di viverle. Di questo infatti si tratta: di vivere ogni cosa. Adesso vivi i problemi; vivendo i problemi, forse un lontano domani, a poco a poco, senza accorgertene, scoprirai le risposte». Con questo esergo di Rainer Maria Rilke si apre «La vita dentro la morte«, agile libretto scritto da Johnny Dotti per Emi (64 pagine, 5 euro). In uscita in questi giorni, è un prezioso contributo alla «ricostruzione» da parte del pedagogista e imprenditore sociale. Che, da Bergamo, invita ad «accogliere l’urlo di morte che ha circondato le giornate», «custodire le domande piene di lacrime e sgomento che la realtà ci mette davanti». E si chiede: «Sapremo non rimuovere questo tempo e spazio di silenzio? Per poi trasformarlo in silenzio profondo, fecondo, capace di ospitare e generare nuove parole e di rigenerarne di antiche. O ci faremo di nuovo travolgere dalla banalità di bla bla estenuanti e insignificanti?». Perché «le migliaia di persone che sono morte, sono morte per noi. Perché noi siamo pienamente ciò che siamo chiamati ad essere». Abbiamo rivolto alcune domande a Johnny Dotti, per provare a «cercare insieme» a lui «una pratica e una teoria che non sfuggano troppo velocemente a ciò che la realtà ci ha svelato».

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10 Luglio 2020 | 16:20
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