Discutere la riforma dei media vaticani

Una citazione dalla «Laudato si’» di Papa Francesco – «Tutto il mondo è intimamente connesso» – è il tema della IV edizione del Meeting dei giornalisti cattolici e non, in svolgimento da ieri a Grottammare, nelle Marche. L’incontro, promosso tra gli altri dalla Conferenza episcopale italiana e dall’Ucsi, si è aperto con una relazione di mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la comunicazione (Spc), che ha illustrato le sfide della riforma dei media vaticani.

Siamo nell’epoca della convergenza digitale che sta generando un nuovo umanesimo e dunque un nuovo paesaggio relazionale e collaborativo. Al centro di questo nuovo contesto, resta l’uomo perché la tecnica è sempre un fatto profondamente umano e dunque non possiamo abdicare a un atteggiamento proattivo. E’ questo il contesto – ha spiegato al Meeting di Grottammare mons. Viganò – da cui ha preso il via la riforma dei media vaticani, con l’obiettivo di trasformare i singoli comparti mediali della Santa Sede in un nuovo sistema comunicativo, rappresentato dal grande portale unico multimediale che verrà varato entro l’anno.

Un secolo fa – ha spiegato il Prefetto – l’unico media fruito in mobilità era il giornale cartaceo; oggi c’è lo smartphone che contiene testi, audio e video. E’ il segno che per la loro pervasività sono giunti a smarrire la loro individualità e hanno perso riconoscibilità. Per questo la riforma dei media vaticani – come ha ricordato Papa Francesco – non è un semplice maquillage, un’imbiancatura, ma punta alla creazione ex novo di un sistema mediatico aggiornato.

Dopo avere illustrato le tappe di una riforma cominciata già sotto il pontificato di Benedetto XVI, mons. Viganò ne ha illustrato le idee centrali: un accorpamento graduale che impedisca il prevalere delle individualità e favorisca la cooperazione, cioè la capacità di lavorare in sharing; la necessità di conciliare rigore economico e urgenza apostolica che ha portato a un ripensamento nell’ottica «user first», che tenga cioè conto delle richieste degli utenti. E infine, la valorizzazione e la formazione del personale nella consapevolezza che le tecnologie sono importanti, ma resta questo – cioè il personale – il patrimonio più importante.

Un processo di integrazione che è in corso – ha concluso mons. Viganò – «durante il quale teniamo conto della variabile dell’errore ma che punta a compiere nuovi passi decisivi nei prossimi mesi, con il varo del nuovo portale vaticano multimediale, inizialmente in sei lingue, e prima ancora con la presentazione a settembre del nuovo palinsesto del canale Radio Vaticana Italia».

Fabio Colagrande (RadioVaticana)

24 Giugno 2017 | 08:00
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