Ticino e Grigionitaliano

Le parole del Vescovo Lazzeri nella Messa di San Giuseppe

Questa mattina, nella solennità di San Giuseppe, mons. Valerio Lazzeri, vescovo di Lugano, ha celebrato la Santa Messa a porte chiuse nella chiesa di Cristo Risorto in Lugano. Il Vescovo ha richiamato ancora una volta all’importanza delle nostre scelte, in questi giorni, «per proteggerci, per evitare ciò che risulta pericoloso per noi stessi e per gli altri».

A questo link è possibile rivivere e condividere la Santa Messa: https://www.rsi.ch/play/tv/video-cultura-rsi/video/santa-messa-di-san-giuseppe?id=12858787

Ecco alcuni stralci della sua bella e profonda omelia:

«Stiamo vivendo passaggi difficili – ha detto mons. Lazzeri-, che mai avremmo creduto di dover affrontare, in un così breve volgere di giorni. Certo, si possono trovare analogie nel passato. Per ciascuno di noi, però, si tratta di un fenomeno inedito, che ci lascia per molti aspetti disarmati. Stiamo cercando, anche come cristiani, come Chiesa, di rispondere a una situazione nuova, che richiede molta umiltà, pazienza e preghiera. Proprio qui la fede di Giuseppe ci viene incontro. La fede di Abramo. La fede di Davide.
È la fede che non rinuncia a mettersi in cammino nella notte della storia. Non impreca e non recrimina. Non solleva inutili dubbi su come si sarebbe potuto fare per evitare il problema. Piuttosto, si volge a quello spiraglio di luce, che sempre si apre nel cuore di chi sceglie di rimanere giusto, umile, umano e sensato, anche nei frangenti più oscuri».

«Sono in contatto in questi giorni con alcuni operatori sanitari. Mi raccontano di una
situazione che si sta facendo sempre più pesante. Sono in prima linea a combattere la
malattia con i mezzi di cui dispone oggi la medicina. Molti di loro sono credenti e portano
in maniera silenziosa, operosa e concreta la presenza della Chiesa nei luoghi di cura
forzatamente isolati. Non possiamo mancare di far sentire loro il nostro sostegno umano
e cristiano. Non solo a parole, però, ma con i fatti, con le scelte personali, con la saldezza
del nostro cuore. Non lasciamoci confondere da ragionamenti, magari teoricamente in sé
validi, ma non corrispondenti alla realtà di quello che sta accadendo.

Soffriamo come cristiani per il fatto che non possiamo celebrare insieme, radunati nello stesso luogo, l’Eucaristia. Questa sofferenza, tuttavia, non può essere assolutizzata. Va vissuta nella fede, come partecipazione consapevole e responsabile alla fatica di tutta la popolazione, non solo del nostro Paese, ma del mondo. L’ascolto della Parola, la preghiera personale in casa, le trasmissioni via etere, certo, non colmano il vuoto che sentiamo. La fede, però, che nutriamo con gli strumenti a nostra disposizione, ci spinge a vivere diversamente l’assenza, a rendere più ardente il desiderio, a riconoscere che alla radice di ciò che ci unisce non c’è ciò che diciamo e facciamo, ma ciò di cui non disponiamo,
l’invisibile e l’inafferrabile, il Dono gratuito e incondizionato di Dio, che ci precede sempre
e sempre possiamo invocare e accogliere realmente.
Il silenzio, l’operosità e la responsabile custodia praticata da San Giuseppe nei confronti di Maria e di Gesù bambino ci siano di esempio, diano a tutti i papà, in questo giorno a loro particolarmente dedicato, un supplemento di coraggio, di stabilità nel Signore, di capacità di essere, nella loro famiglia un punto di riferimento rasserenante e sicuro».

La prossima celebrazione liturgica in diretta streaming si terrà domenica, 22 marzo, alle ore 09.05 attraverso anche il nostro sito.

19 Marzo 2020 | 16:30
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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