La gratitudine di una madre guarita dal virus si fa solidarietà per quanti sono in difficoltà
I guanti di spugna imbevuti di acqua e gocce di eucalipto con i quali le mani amorevoli delle infermiere le rinfrescavano la fronte sono diventati un’azione di solidarietà. La donna che la promuove è guarita dopo aver contratto il coronavirus e rischiato di perdere la vita. Nasce da questa profonda gratitudine, l’idea di acquistare tremila confezioni con 20 guanti di spugna l’una, per raccogliere fondi da destinare a chi, a causa della pandemia, fa fatica a tirare avanti. La donna, madre di famiglia e che non desidera essere citata, abita in Ticino da 8 anni, ma è originaria di Bergamo, dove si reca all’inizio della pandemia per assistere la mamma ammalata di covid-19. Arriva in tempo per accompagnarla nelle ultime ore di vita e rientra in fretta in Ticino, senza poterle dare l’ultimo saluto, poco prima della chiusura delle frontiere. Si mette in auto isolamento e poco dopo appaiono i primi sintomi. Si sottopone al tampone che risulta positivo. In poco tempo la sua salute peggiora e viene ricoverata nelle cure intense di un ospedale ticinese. Il livello di saturazione nel sangue è sceso e la mancanza di ossigeno compromette momentaneamente le sue funzione celebrali. La sua vita è in pericolo. I familiari, legati alla parrocchia e anche all’Azione Cattolica, attivano una rete di preghiera. Sono momenti difficili, ma la donna reagisce bene alle cure e può infine tornare a casa completamente ristabilita. Inizia a riflettere su cosa fare per ringraziare Dio e tutti coloro che hanno pregato per lei: nasce così l’idea dei guanti della solidarietà. Per lei sono il simbolo delle premure ricevute durante la malattia, ma sono anche pratici: utili in vari modi, dall’igiene personale alla pulizia della casa, sono resistenti e facilmente lavabili. Acquistandoli si aiuta chi a causa del coronavirus si trova in difficoltà. Il ricavato è destinato agli enti attivi a favore dei più fragili quali Caritas Ticino, Fondazione Francesco, un Cuore a tre ruote, Volontarie Vincenziane e Conferenze di san Vincenzo. La signora, che nutre stima per l’Azione Cattolica Ticinese avendo avuto i figli tra i partecipanti dei campi di vacanza di questa realtà, ha chiesto al sodalizio laicale di coordinare l’azione di solidarietà.
Katia Guerra