La grande scommessa della Chiesa è arrivare al cuore dell’uomo

«Oggi il cielo in Europa sembra ormai chiuso, senza spiragli per vedere al di là, per far riflettere il desiderio di Dio. Potrebbe essere diversamente?» E’ questo l’incipit dell’ultimo libro «La scommessa cattolica», ed. Il Mulino, che Chiara Giaccardi ha scritto con il marito Mauro Magatti, entrambi docenti di sociologia presso l’Università Cattolica di Milano e che è uscito in questo ultimo scorcio d’estate. Insieme hanno sette figli, due adottati e cinque loro. Una coppia immersa nella vita, nella società, nella Chiesa che da genitori hanno avvertito una domanda, a cui da sociologi, hanno voluto e cercato di rispondere. Una domanda complessa, quella del cielo da riempire di senso, ma che sembra che siano sempre in meno a porsi. Specialmente tra coloro che hanno meno di trent’anni e vivono in Europa. «Due mila anni di storia, un miliardo e 300 milioni di fedeli in continua crescita nei Paesi del Sud del mondo. Eppure la Chiesa cattolica appare invecchiata e impacciata, soprattutto in Europa dove per la maggior parte dei trentenni la «questione di Dio» ha scarsa rilevanza e gli scandali finanziari e sessuali hanno nuociuto alla sua reputazione», si legge. Già, perché cambia da quale parte del mondo si guarda al cielo: se dal divano di casa, con la cuffia inserita nelle orecchie e il telecomando nella mano, o da una capanna di lamiera in uno slum in periferia di una grande città d’Africa o del Sud America. Il cielo è sempre uguale: lo sguardo no. E forse da sotto quel tetto di lamiera, risulta più evidente – o forse solo più necessario- che la fede, la vita cristiana, non si gioca nell’ossequio a principi ideologici, ma nell’adesione ad una verità viva, in cui il qui e l’adesso acquistano un orizzonte di senso. Se grazie soprattutto alla spinta demografica dei Paesi del sud del mondo, i numeri ci parlano di una Chiesa cattolica in continua crescita, non possiamo non accorgerci del crollo della partecipazione religiosa nelle società più avanzate: in particolare tra i giovani, le donne e i ceti più istruiti. Che cosa succederà nella vecchia Europa, quando i settantenni di oggi, non riempiranno più le panche delle chiese? Magatti e Giaccardi si dicono convinti che a «salvare » la fede sarà la capacità del vangelo a parlare al profondo del cuore degli uomini e delle donne. Oggi, il principio che unifica il mondo è il grande sistema tecno-economico. La sua neutralità etica e le sue pretese di controllo, sembrano rendere superflua la stessa questione religiosa. In questa cornice, che ne sarà della religione cattolica? Per i coniugi Magatti-Giaccardi si tratta di  una sommessa da giocarsi non sul terreno identitario, ma su quello antropologico. Il cristianesimo, si dicono convinti i due sociologi, continua ad avere da dire qualcosa anche in questo nostro tempo: una parola che fa bene a tutti – credenti e increduli – perché porta un contributo senza il quale l’umano in noi rischia di venir risucchiato, paradossalmente in nome  della libertà, in un sistema tecnocratico che ci rende irrilevanti e disumani. Ma per trovare questa parola occorre, nell’infinita ricchezza della tradizione, riandare a ciò che può parlare al mondo di oggi, per aiutarlo a non restare vittima dei suoi stessi successi. E per far sì che questo accada, proseguono Magatti-Giacardi, occorre che la Chiesa non abbia paura della libertà perché è quest’ultima che rende l’uomo unico tra tutti i viventi, e auspicano una Chiesa che sappia rivestire i panni del Padre Misericordioso della parabola, che spalanca le braccia ed accoglie, sempre di nuovo e sempre da capo. Inoltre, si legge procedendo nel saggio, «è ora di uscire dallo sterile dibattito tra progressisti e conservatori, che paralizza il cammino della Chiesa, creando divisioni «diaboliche» e neutralizza il ruolo potenziale del cattolicesimo, ideologizzandolo ». In un tempo in cui la Chiesa stessa soffre di individualismo e astrazione e rischia la deriva intellettualistica, la sfida può essere vinta solo se – per dirla con le parole di Romano Guardini – si abbracciano tutte le dimensioni dell’umano a partire dalla relazionalità, filiale e fraterna.

Corinne Zaugg

31 Agosto 2019 | 06:54
Tempo di lettura: ca. 2 min.
giaccardi (2), libro (126), magatti (1)
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