Ticino e Grigionitaliano

La Fondazione «Casa anziani S. Donato» celebra i suoi 90 anni con mons. Lazzeri

Nella mattinata di sabato mons. Lazzeri ha celebrato la Messa

Volti sorridenti, grati per la presenza di mons. Lazzeri ma anche per una storia lunga 90 anni, fatta di amore, solidarietà, cura attenta del più debole. Sono i volti degli ospiti della Casa anziani S. Donato, ma anche dei molti parenti e amici – sicuramente quasi duecento – provenienti da tutta la zona, accorsi per festeggiare l’anniversario tondo della Fondazione Casa anziani S. Donato, sabato mattina, con la S. Messa celebrata da mons. Lazzeri e alcuni altri presbiteri, tra cui il precedente parroco delle Centovalli don Donato Brianza e mons. Ernesto Storelli.

Mons. Lazzeri saluta il Direttore Stefano Hefti. Sulla sinistra il Presidente di Fondazione Ottavio Guerra.

Nell’omelia il Vescovo ha ricordato la preziosità della vita, di ogni vita, «che tanto più è preziosa e tanto più necessita di protezione». E a renderci preziosi «non sono le cose che facciamo, ma quello che siamo», sull’esempio di Gesù che, consegnadosi nelle mani dei suoi persecutori, dimostra che «la vita è preziosa anche quando apparentemente non riusciamo più a operare per il bene degli altri». La Casa S. Donato è proprio stata costituita, ricorda mons. Lazzeri «perché la fragilità possa manifestare la sua preziosità». A darci sicurezza, però, non tanto le mura di una casa, ma «il Signore stesso» e «i volti, le presenze, i contatti umani, di cui abbiamo sempre bisogno». Quindi il Vescovo ha ricordato la qualità delle cure erogate al S. Donato, «cure che ci aiutano a capire che siamo preziosi perché abbiamo un volto e un nome». «È il Signore – ha concluso alla fine della Messa mons. Lazzeri – che dà vita ai giorni». Ad animare la S. Messa il coro degli «Spazzacamini», composto da buona parte dei residenti della struttura diretti da Paolo Tomamichel.

La storia

La Casa S. Donato fu istituita nel 1929 quale Fondazione Asilo-Ricovero S. Donato, Intragna, con lo scopo di accogliere e assistere i poveri e bisognosi dei comuni di Intragna, della Melezza e dell’Onsernone. Nacque per volontà e grazie a un importante lascito di Donato Cavalli. Perfettamente integrata nella comunità, la Casa Anziani dispone di 91 posti letto e dà lavoro a circa 110 dipendenti. Ciò che non è mai venuto meno, con tutti i cambiamenti e interventi che l’hanno interessata – nel 2005 la definitiva conversione di tutta la struttura in Casa anziani – è lo spirito di assistenza e la generosità che muove, oggi come in origine, medici, infermieri e operatori che ne garantiscono il buon funzionamento. «In generale, in passato, le case anziani erano dei luoghi di riposo mentre ad oggi sono strutture che pongono un forte accento sulla professionalizzazione, erogando cure di qualità e un’offerta atta al mantenimento delle capacità fisiche, cognitive e sociali dei residenti», spiega il suo direttore Stefano Hefti.

I festeggiamenti

«Per alcuni anziani residenti e per numerosi cittadini delle Centovalli e Terre di Pedemonte – spiega Hefti – questa ricorrenza è un invito a ripensare ai tanti familiari che sono stati ospiti della Casa. Dato che il vecchio Ospedale Ricovero San Donato ospitava anche un reparto di maternità, per alcuni sarà anche l’occasione di pensare al luogo dove sono nati. Alcune persone mi hanno chiesto perché non attendiamo il 100esimo. La risposta è semplice: le occasioni di festa permettono l’incontro tra le persone, la socializzazione, tanto importanti per i nostri anziani ».

Gratitudine

Un sentimento di riconoscenza verso i molti benefattori Il pensiero, in occasione di questi novant’anni, va soprattutto ai tantissimi benefattori, che nel tempo hanno permesso di dare continuità all’opera, tra cui: Donato Cavalli, che nel 1929, grazie al suo generoso lascito testamentario ha dato vita alla Fondazione; Alice Dalany, cittadina statunitense, che nel 2003 ha donato la proprietà, ricevuta in eredità da suo zio Leo Meyer di Cavigliano, alla Fondazione e don Pierino Tognetti, che ha trascorso gli ultimi anni alla Casa S. Donato lasciando una cospicua donazione. Ma la gratitudine si rivolge anche alle Suore della Santa Croce di Menzingen ( presenti dal 1929 al 1960), e alle Piccole figlie del Sacro Cuore di Gesù (presenti fino al 2016), «per tutte le opere buone e il loro inestimabile impegno a favore dei bisognosi», sottolinea Hefti. La presenza delle consorelle nel tempo ha permesso che si creasse un concetto di cura «globale »: «Prendersi cura dell’anziano a 360 gradi per noi non significa solo curare la malattia o il sintomo, il limite o l’handicap ma dare una valida risposta ai bisogni delle persone sia sul piano fisico, che sociale, psicologico e spirituale».

Don Tarcisio, da 10 anni cappellano

Oggi, ad occuparsi della cura spirituale degli ospiti della casa anziani S. Donato, è il cappellano don Tarcisio Brughelli, in carica da esattamente 10 anni. Per lui, questo compito significa investire energie soprattutto nel «creare rapporti, ascoltare, accompagnare. Ogni mattina – racconta – celebro per prima cosa la s. messa assieme agli ospiti in degenza. È bello vedere quanto molti di loro tengano a questo momento: alcuni pazienti ne aiutano altri a raggiungere la cappella, affinché non manchi nessuno. Un mio sogno? Riuscire una volta a preparare l’omelia della messa assieme a loro, durante i loro laboratori creativi». Don Tarcisio, che a volte assiste anche ai momenti di animazione, ci spiega che durante l’ultimo anno, per volontà del nuovo direttore, si è intensificata la collaborazione con la locale scuola elementare. Due le iniziative realizzate: un libretto illustrato «La storia di un topolino bianco», che ha visto un gruppo di residenti inventare un racconto e i ragazzi del primo ciclo di scuola elementare realizzare le illustrazioni e il cd «A caval dai ricordi e dala poesia » composto assieme al musicista Paolo Tomamichel. «Uno scambio tra generazioni fecondo», ribadisce don Tarcisio, che ci confida anche essere stata proprio la musica il filo conduttore della preparazione ai festeggiamenti di oggi: «È da un mese che gli ospiti si preparano a ricevere mons. Lazzeri; in particolare, hanno pensato a diversi canti popolari dedicati alla Madonna».

Laura Quadri

29 Settembre 2019 | 08:39
Tempo di lettura: ca. 4 min.
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