La comunità «Arcobaleno» di Locarno ricorda Jean Vanier

Il 7 maggio scorso, all’età di 91 anni, ci ha lasciati Jean Vanier, fondatore delle comunità di accoglienza per persone con disabilità mentali «L’Arche» e del movimento «Fede e Luce». La sua è stata, sin dalla gioventù, una vita all’insegna della ricerca interiore: da ufficiale della marina canadese, passerà agli studi filosofici, pensando anche ad una vocazione sacerdotale, per poi alla fine accorgersi che la sua chiamata era, da laico, quella di stare acccanto alle persone sofferenti. È lo stesso Vanier a raccontare gli inizi del suo percorso spirituale: «Decisi di abbandonare la vita militare, con il desiderio di conoscere il Vangelo e la pace». Per questa sua luminosa testimonianza è stato anche ricordato da Papa Francesco, che ha voluto esprimere tutta la sua gratitudine per il suo impegno.

Ma anche alle nostre latitudini c’è chi lo ricorda con commozione. Paolo Vicentini ha conosciuto il movimento «Fede e Luce» a Roma, sua città d’origine. Lo ha ritrovato al suo arrivo in Ticino dove ora fa parte della Comunità «Arcobaleno» di Locarno come volontario. «Di Jean Vanier mi ha sempre colpito la delicatezza, la capacità di accogliere tutti, di essere sempre all’ascolto e di trasmettere serenità», ci racconta. Nelle sue conferenze tornava sempre sugli stessi temi: il piccolo, il fragile e l’importanza dell’accoglienza, tanto che a volte in un primo momento «rimanevo un po’ deluso: mi aspettavo altro. Ma alla fine capivo che queste erano le cose importanti, mettere al centro il piccolo, e uscivo dalle conferenze con una nuova carica».

Rilli Tadini, invece, è tra le fondatrici della Comunità «Arcobaleno» di Locarno: «Essa – racconta – è il frutto di una serie di circostanze particolari. Io, milanese di origine e trasferita da poco a Locarno, avevo appreso della nascita di un nipotino con un grave handicap ed essendo lontana non sapevo cosa fare per rendermi utile. Quasi per caso la suora che insegnava violino a mio figlio mi parlò con entusiasmo di Jean Vanier e del movimento «Fede e Luce» che si stava diffondendo anche in Vallese. Fu una scossa che mi portò con altre tre locarnesi ad avvicinarmi al gruppo di «Fede e Luce» Jean Vanier, fondatore delle comunità d’accoglienza per persone con disabilità mentale «L’Arche» e del movimento «Fede e Luce». appena sorto a Bellinzona; era il 1981. Per un anno partecipammo ai loro incontri: guidati da don Colombo (fu lui che aprì i primi laboratori per handicappati senza aiuti né dallo Stato né dalla Chiesa!) fummo subito attratti da questo inusuale modo di entrare in contatto con i disabili. E così con entusiasmo e un po’ di incoscienza nella primavera del 1982 iniziammo a Locarno la stessa esperienza: chiamammo la comunità «Arcobaleno» perché è il segno che unisce la terra al cielo ed annuncia il sereno dopo la tempesta ».

Ma a chi si rivolgono le offerte del Centro oggi? «Siamo un gruppo di persone che si impegnano a essere fedeli nell’amicizia, un’alleanza tra coloro che sono più deboli e chi ha scelto di vivere con loro. Gli incontri sono mensili, la domenica: un tempo per ritrovarsi, per parlare e ascoltarsi a vicenda, scopriamo così le sofferenze e i doni gli uni degli altri. Assieme, celebriamo anche una Santa Messa. Facciamo inoltre una gita a Natale e organizziamo campi estivi a Camperio nella casa Montanina dell’Azione cattolica».

Per informazioni: rilli@ticino.com o carmen.matasci@gmail.com

Laura Quadri

19 Maggio 2019 | 06:00
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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