La Cina punta ad un «dialogo costruttivo» con il Vaticano, attraverso la cultura

La «diplomazia dell’arte» tra Cina e Vaticano è ormai una realtà. Una operazione delicata che comincia a dare i suoi frutti. Il prossimo anno si terrà uno scambio reciproco di opere che saranno esposte in due mostre allestite in contemporanea . Un progetto al quale i Musei Vaticani lavorano da diversi mesi, non esente anche da alcune critiche. Per la prima volta, un portavoce del governo è intervenuto per chiarire che la Cina «è pronta a continuare il suo dialogo costruttivo» con la Santa Sede. Ed ha negato le notizie sulle presunte multe alle agenzie di viaggio che portano i turisti dal Paese asiatico nelle strutture vaticane.

 

Lu Kang è il portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino. Durante una conferenza stampa, lo scorso giovedì 23 novembre, interrogato proprio su questa «diplomazia dell’arte» in atto, ha affermato: «La posizione della Cina sullo sviluppo delle relazioni sino-vaticane è coerente e chiara. La Cina è pronta a continuare il suo dialogo costruttivo con il Vaticano sulla base di principi pertinenti e ad andare avanti nel continuo miglioramento dei rapporti tra le due parti».

 

Il riferimento è alle notizie diffuse da Radio Free Asia, secondo la quale il Partito Comunista avrebbe imposto alle agenzie di viaggio del Paese di cancellare tutte le partenze dei gruppi di visitatori diretti nelle strutture del Vaticano e di evitare di pubblicizzare questi tour. Pena, multe fino a 300mila yuan (quasi 38mila euro). Misure da attribuire presumibilmente alla mancanza di relazioni diplomatiche bilaterali.

 

La risposta del portavoce Kang è stata diretta: queste notizie «non hanno alcun fondamento». E lo ha detto in risposta alla domanda se il presunto divieto fosse una conseguenza delle pressioni della Cina continentale sulle relazioni diplomatiche di Taiwan.

 

La controversia sul menzionato veto ai turisti è sorta casualmente dopo l’annuncio di martedì 21 novembre delle mostre artistiche . Una parte della stampa internazionale ha paragonato questa iniziativa alla «diplomazia del ping-pong» posta in atto dal presidente Richard Nixon all’inizio degli anni ’70 del secolo scorso che ha preceduto il disgelo tra Cina e Stati Uniti. Quello scambio di «partite a ping-pong» ha creato un’atmosfera talmente positiva da permettere al presidente Usa di visitare Pechino nel 1972.

 

Anche Papa Francesco desidera visitare la Cina. In più di un’occasione ha valorizzato la sua enorme influenza nel contesto internazionale ed espresso l’apprezzamento per la sua cultura millenaria, che ha approfondito grazie agli scritti del gesuita italiano Matteo Ricci. Al contempo il Papa si rende conto che la Chiesa non può ignorare i milioni di suoi abitanti, quasi lo stesso numero dei cattolici in tutto il mondo.

 

Per questo risulta suggestiva l’opzione della «diplomazia dell’arte», un terreno fertile sul quale costruire una relazione fruttuosa che vada anche oltre gli aspetti pendenti della diatriba tra le due parti. L’annuncio delle mostre è stato dunque interpretato come un gesto di innegabile valore geopolitico.

 

Nella prossima primavera, 40 pezzi lasceranno i musei del Papa per essere esposti nella manifestazione dal titolo «La bellezza che ci unisce: il viaggio nella meravigliosa armonia tra il popolo cinese e i Musei Vaticani». Si tratta di oggetti in bronzo, dipinti della Grande Muraglia, quadri con motivi religiosi, statue in pietra e pezzi corrispondenti all’epoca della dinastia Tang (618-907). Prima potranno essere ammirati nella Città Proibita a Pechino, poi a Xian e Shangai.

 

Negli stessi giorni in Vaticano si aprirà la mostra «Anima mundi: umano, natura e armonia». Il progetto è riuscito a concretizzarsi grazie alla selezione del China Culture Investment Fund, struttura che non dipende strettamente dal governo sebbene i suoi legami con le istituzioni ufficiali siano molto stretti.

 

Durante la conferenza di presentazione della scorsa settimana in Sala Stampa vaticana, il segretario generale del fondo, Zhu Juancheng, ha sottolineato che «lo scambio culturale precede la diplomazia» e ha assicurato che questo rafforzerà «l’amicizia tra Cina e Vaticano», favorendo «la normalizzazione delle relazioni diplomatiche».

 

In risposta lunedì prossimo, 27 novembre, si terrà una conferenza stampa in Cina per la presentazione delle mostre alla quale parteciperanno due funzionari dei Musei Vaticani: monsignor Paolo Nicolini, responsabile amministrativo, e Nicola Mapelli, responsabile del Museo «Anima Mundi».

ANDRÉS BELTRAMO ÁLVAREZ – VaticanInsider

27 Novembre 2017 | 18:20
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