Papa e Vaticano

«La Chiesa deve promuovere una difesa globale della vita»

La promozione di una bioetica integrale che sostenga una cultura della vita contro il «lavoro sporco della morte” che si verifica quando ad esempio «consegniamo i bambini alla privazione, i poveri alla fame, i perseguitati alla guerra, i vecchi all’abbandono», è il compito della Chiesa. Lo ha spiegato Francesco ricevendo stamane in udienza i partecipanti alla plenaria della Pontificia Accademia per la Vita.

«Esiste una vita umana concepita, una vita in gestazione, una vita venuta alla luce, una vita bambina, una vita adolescente, una vita adulta, una vita invecchiata e consumata ed esiste la vita eterna. Esiste una vita che è famiglia e comunità, una vita che è invocazione e speranza. Come anche esiste la vita umana fragile e malata, la vita ferita, offesa, avvilita, emarginata, scartata. È sempre vita umana. È la vita delle persone umane, che abitano la terra creata da Dio e condividono la casa comune a tutte le creature viventi», ha ripetuto il Papa.

Il lavoro bello della vita

«Il lavoro bello della vita – ha spiegato Francesco – è la generazione di una persona nuova, l’educazione delle sue qualità spirituali e creative, l’iniziazione all’amore della famiglia e della comunità, la cura delle sue vulnerabilità e delle sue ferite; come pure l’iniziazione alla vita di figli di Dio, in Gesù Cristo». Invece dal peccato arriva «il lavoro sporco della morte” che si verifica quando ad esempio «consegniamo i bambini alla privazione, i poveri alla fame, i perseguitati alla guerra, i vecchi all’abbandono».

Attraverso la visione globale della bioetica, si potrà «disinnescare la complicità con il lavoro sporco della morte, sostenuto dal peccato. Questa bioetica non si muoverà a partire dalla malattia e dalla morte per decidere il senso della vita e definire il valore della persona. Muoverà piuttosto dalla profonda convinzione dell’irrevocabile dignità della persona umana, così come Dio la ama, dignità di ogni persona, in ogni fase e condizione della sua esistenza, nella ricerca delle forme dell’amore e della cura che devono essere rivolte alla sua vulnerabilità e alla sua fragilità».

L‘ecologia integrale è ecologia umana

Francesco ha successivamente chiesto di entrare nella prospettiva di un’ecologia integrale, «accettare il proprio corpo come dono di Dio» e averne cura per rispettare i suoi significati è essenziale per una vera ecologia uma­na».

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25 Giugno 2018 | 18:00
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