Antichi volumi conservati nella Biblioteca Diocesana (foto di archivio).
Ticino e Grigionitaliano

La Biblioteca diocesana svela i suoi preziosi tesori. Intervista a Edoardo Barbieri

Oggi, mercoledì 16 giugno, alle 18.30, presso il Centro S. Giuseppe a Lugano si terrà la presentazione del progetto di valorizzazione della biblioteca diocesana. Interverranno, assieme a Valerio Lazzeri, vescovo di Lugano, Raffaella Castagnola Rossini, direttrice della Divisione della cultura e degli studi universitari, Edoardo Barbieri, don Carlo Cattaneo, archivista diocesano e Luca Montagner. L’evento sarà trasmesso in diretta streaming anche sul sito catt.ch a partire dalle 18,30.

Il 2 dicembre scorso, mons. Valerio Lazzeri, vescovo di Lugano, ha reso nota la costituzione del comitato scientifico incaricato della valorizzazione del patrimonio librario della biblioteca diocesana, attualmente negli spazi del Collegio Pio XII a Breganzona. I primi risultati di questi mesi di lavoro sono già visibili: è in uscita, in questi giorni, la pubblicazione Inter prima artis incunabula. Catalogo delle edizioni quattrocentesche della Biblioteca diocesana di Lugano, a cura di Luca Montagner, che verrà presentato, insieme al progetto della biblioteca. Il coordinatore dell’équipe, il prof. Edoardo Barbieri, ci svela in anteprima alcuni aspetti del lavoro svolto in questi mesi. 

Professor Barbieri, come nasce il progetto di valorizzazione della Biblioteca diocesana? 

«Partiamo con un dato di fatto: una biblioteca ha come scopo quello di conservare un patrimonio librario, antico o moderno, per metterlo a disposizione della comunità. Nel caso specifico della Biblioteca diocesana di Lugano, siamo di fronte a una biblioteca «identitaria», la quale racconta una storia particolare e si relaziona con una realtà specifica, quella della Chiesa locale. Valorizzarla, quindi, significa in primo luogo riportarla alla luce per farla conoscere. Grazie al prezioso contributo svolto già da alcuni anni dagli amici Luciana Pedroia, Luca Saltini e Gerardo Rigozzi membri dell’équipe – sono stati raggiunti importanti obbiettivi. Adesso, abbiamo ritenuto che fosse giunto il momento di presentare anche all’esterno questi primi risultati».

Cosa l’ha portata ad accettare il progetto e quali sono le sue fasi di sviluppo? 

«L’idea di rivalorizzare un notevole fondo di libri finora non ben conosciuti mi ha subito affascinato, così mi sono lasciato coinvolgere da Luca Montagner, mio dottorando di ricerca, a partecipare a questa nuova avventura. Per quanto riguarda le fasi di un progetto come il nostro, queste possono essere solo in parte cronologicamente prefissate. Abbiamo cominciato con l’attribuire una nuova identità alla nostra biblioteca, per poi passare a una prima sistemazione ragionata e all’inventariazione del fondo antico. Adesso, il grosso lavoro riguarda il riordino della collezione moderna, ossia i libri del XIX e XX secolo. Accanto a questo, abbiamo mosso i primi passi nella catalogazione della collezione. Questa è senza dubbio la fase più importante del progetto; la quale permetterà la possibilità di un efficace recupero del materiale dagli scaffali».

L’équipe da lei presieduta (Luca Montagner, Luciana Pedroia, Gerardo Rigozzi, don Carlo Cattaneo, Luca Saltini) si è già messa al lavoro: negli ultimi mesi, avete ultimato il catalogo degli incunaboli. Può dirci qualcosa al riguardo? 

«La prima caratteristica del gruppo di persone che ho l’onore di presiedere, tutte con grande e variegata esperienza in ambito bibliotecario, è innanzitutto la forte percezione del fatto che stiamo rendendo un servizio alla Chiesa, nella sua realtà locale della diocesi di Lugano. Questo ci rende seri, ma allo stesso tempo molto allegri e cordiali, tutti tesi alla buona riuscita di un progetto che non è «nostro», ma ci è stato affidato. All’interno del gruppo, quindi, è nata l’idea di circoscrivere un nucleo di libri facilmente identificabili, ossia le edizioni a stampa pubblicate prima dell’anno 1500. Certo, è un nucleo di dimensioni contenute – si tratta di 16 esemplari –, ma che racchiude un grande valore, oltre che economico, storico-culturale. Abbiamo così deciso di affidare a Luca Montagner la compilazione del catalogo cartaceo di questa raccolta, che presenteremo il 16 giugno. Vorrei qui anticipare alcuni di questi incunaboli: un’edizione della Commedia di Dante pubblicata nel 1497, giunta in biblioteca come dono in anni relativamente recenti, e due rarissimi messali, uno ambrosiano e uno di area tedesca, testimonianze concrete della storia della Chiesa cattolica in Ticino».

 Per una Biblioteca diocesana, quanto conta il rapporto con l’utenza e l’apertura al pubblico? 

«Lo scopo di una biblioteca diocesana è, innanzitutto, quello di salvaguardare il patrimonio storico di una diocesi. Tuttavia, una biblioteca non deve mai trasformarsi in un museo, dove si vanno a vedere opere scelte dai magazzini con regolare rotazione. La biblioteca deve dare sempre, anche se con orari ridotti, la possibilità affinché il suo materiale possa essere usufruito dall’esterno. Si passa da un ammasso di libri a una biblioteca solo se si cataloga il materiale con la finalità che questo venga utilizzato». 

Quali sono i prossimi progetti?

«I progetti in cantiere sono parecchi: dalle collaborazioni con le realtà culturali già attive in Ticino, alla volontà di trovare una sede definitiva per la biblioteca, che abbia tutte quelle caratteristiche di logistica che consentiranno anche una più facile consultazione del materiale. Ma per raggiungere questi obbiettivi ci vorrà ancora del tempo. Più nel concreto, però, posso citare il progetto di creazione del sito internet della biblioteca, che sarà online a partire dal 16 giugno (www.bibliotecadiocesana.ch). Si tratta di una prima vetrina importante, che permetterà una notevole interazione con l’utenza esterna».

di Laura Quadri

Antichi volumi conservati nella Biblioteca Diocesana (foto di archivio). | © Diocesi Lugano
16 Giugno 2021 | 06:49
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