Innamorato della vita fino all’ultimo

In questi giorni di inizio estate sono molte le persone che sono state toccate dalla vicenda di Nicola Zattoni, 37 anni, imprenditore di Riccione, che ha combattuto contro un forma molto aggressiva di Sla che lo aveva colpito nell’estate del 2020. La battaglia per la vita l’ha persa il 6 giugno 2021, ma la sua vicenda contiene un seme di santità di cui in tanti stanno dando testimonianza in queste ore. Di lui si è recentemente occupata anche TV2000, nel programma «Bel Tempo si spera»: «Ho sempre avuto nella vita il desiderio di servire – raccontava Nicola in quell’occasione – nel senso di essere utile ma anche di accudire. Oggi sono io ad essere accudito in tutto, ho bisogno di tutti e mi chiedo: a cosa servo? Prima ero indipendente, viaggiavo, ero sempre in movimento. A 36 anni è terribile dipendere per tutto. Eppure questa situazione mi determina ma non mi definisce. Il male e la Sla non hanno l’ultima parola sulla mia vita». Dietro ogni cosa c’è l’eco d’una voce, più profonda, che ci chiama. Ascoltare quella voce, scoprire Dio presente, come origine e fine di ogni frammento della realtà, è stata la sorpresa che ha fatto dire a Nicola che la vita è un miracolo. Pochi giorni prima di morire, festeggiando il suo trentasettesimo compleanno, ai suoi amici ha scritto queste parole, che sono insieme un commiato e un testamento spirituale: «La mia vita è sempre stata dominata da un bisogno viscerale di essere preferito. Per tentare di soddisfare questa mia esigenza ho fatto di tutto. Ho cominciato a rubare i fiori dai giardini dei vicini per strappare una carezza a quella santa donna della mia mamma… Ma non mi sono fermato lì. Non mi sono fermato davanti a niente. Poi crescendo ho finalmente trovato quello che in maniera disperata avevo cercato tutta la vita. Prima aveva il volto di una donna. Poi lo sguardo paterno di don Carlo. Infine la presenza di Cristo ha piano piano invaso tutti gli angoli della mia vita, un po’ alla volta. Da allora c’è un’altra esigenza che si è fatta spazio nel mio cuore. Che tutti sappiano cosa mi è successo. Che tutti Lo conoscano. Che tutti possano vedere che miracolo è diventata la mia vita. Non sono forte. Non sono coraggioso. Non ho le spalle per questa croce. Sono una persona miserabile alla quale è accaduta una grande grazia che mi permette di vivere con un’ intensità inimmaginabile». La scoperta della pienezza che donava alla sua esistenza aver incontrato Gesù ha fatto scomparire dalla vita di Nicola la sensazione di vagare senza scopo e meta. «Ci pensi? Oggi Lo vedo!», questa è stata l’ultima sua frase. Un amico ha riferito: «Una persona che se ne va lascia sempre una grande ferita, specialmente quando si è condivisa un’intensità di vita che ha risvegliato il gusto e il desiderio di vivere. Ma Nicola, insieme a tanti ricordi, ha lasciato a chi lo ha conosciuto la testimonianza che è possibile essere certi di un destino buono, in qualunque situazione la nostra vita versi. Il nostro cuore è fatto per questa grandezza. Chi di noi non desidera vivere ogni istante con questa certezza dentro?». (FA)

22 Giugno 2021 | 06:00
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