Indonesia: approvata legge contro il fondamentalismo

Svolta in Indonesia dove è stata finalmente approvata dal Parlamento la legge che contrasta le organizzazioni fondamentaliste. «Questo provvedimento non è contrario ai diritti umani e alla libertà di associazione poiché i diritti umani non possono ridurre o ledere il bene comune. In qualsiasi nazione un’organizzazione che si opponga all’ideologia fondamentale dello Stato sarebbe sciolta in quanto sovversiva». Così commenta padre Benny Susetyo, segretario del consiglio nazionale del «Setara Institute», centro studi per i diritti umani, accogliendo con favore il provvedimento contro gli estremismi, che di fatto autorizza il Governo a sciogliere le organizzazioni di massa contrarie alla Costituzione e all’ideologia della Pancasila, ovvero i cinque principi alla base della nazione.

La legge – come riporta l’articolo dell’Osservatore Romano – è stata promossa e fortemente voluta dall’amministrazione del presidente Joko Widodo per arginare la presenza e l’azione di gruppi islamici radicali, che nei mesi scorsi hanno  fatto sentire la loro voce e la loro influenza nella società, a forte maggioranza islamica, propagando idee, come la promozione della sharia e del califfato, contrarie all’architettura della Nazione indonesiana.

Secondo le nuove disposizioni, l’esecutivo avrà il potere di intervenire, mettere al bando e sciogliere «organizzazioni di massa» direttamente, senza cioè passare per la via di un ricorso giudiziario davanti a un tribunale. In precedenza, infatti, nel diritto indonesiano era previsto si dovesse attendere il verdetto di un giudice per poter sciogliere gruppi o associazioni. L’esecutivo aveva utilizzato la via giudiziaria nel luglio scorso per denunciare e chiedere lo scioglimento del gruppo radicale islamico Hizbut Tahrir Indonesia, accusato di minacciare l’unità nazionale del paese, in quanto sostenitore del califfato islamico.

«Nel nostro Paese musulmani e cristiani collaborano attivamente per la costruzione di un tessuto sociale e culturale di rispetto e convivenza attraverso un’educazione ad ampio raggio, in particolare nella vita familiare», ha ricordato Siti Musdah Mulia, leader musulmana e attivista dei diritti delle donne indonesiane, per la quale occorre «riformare alcune leggi e politiche pubbliche» per la difesa della democrazia e dei diritti umani.

RadioVaticana

6 Novembre 2017 | 12:10
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