India: a Ranchi cristiani contro neo legge anti-conversione

Circa 5mila fedeli cattolici e di altre confessioni si sono riuniti a Ranchi, nello Stato indiano del Jharkhand, per protestare contro il Jharkhand Freedom Religious Bill 2017, una nuova legge anti-conversione, e gli emendamenti alla Land Acquisition Act 2013, la normativa che tutelava le terre dei tribali. Ambedue i provvedimenti sono stati approvati dall’Assemblea statale lo scorso agosto.

La manifestazione – riporta l’agenzia AsiaNews – si è svolta il 23 settembre con l’adesione di 22 organizzazioni della società civile. Nessun vescovo cattolico è invece intervenuto, con ogni probabilità per evitare di esacerbare un clima già teso. Contro i due provvedimenti, infatti, si sono espressi sin da subito i cristiani, con in prima linea il card. Telesphore Toppoarcivescovo di Ranchi, che proprio per questo è stato preso di mira dai nazionalisti radicali indù del Bjp (Bharatiya Janata Pary, il partito del premier) i quali nelle scorse settimane hanno fatto girare la fotografia di un suo manichino dato alle fiamme.

In riferimento alla nuova legge anti-conversione, che prevede il carcere fino a tre anni e il pagamento di una multa di 5mila rupie per chiunque venga colto o tenti di convertire con la forza o con allettamenti materiali, il card. Toppo aveva dichiarato ad AsiaNews che : «Le conversioni forzate non esistonoNoi siamo gente libera, con una volontà libera e una libera coscienza e intelligenza«. Analogamente, nella scorsa primavera il porporato aveva espresso pubblicamente la preoccupazione della Chiesa anche per gli emendamenti alla legge sulla proprietà terriera in quanto le nuove norme faciliteranno l’esproprio delle proprietà delle popolazioni tribali, in maggioranza persone senza istruzione le cui terre sono l’unica fonte di reddito che garantisce loro la sopravvivenza. (N.C. – L.Z.)

News.va

26 Settembre 2017 | 12:00
Tempo di lettura: ca. 1 min.
cristiani (131), india (72), legge (8)
Condividere questo articolo!