«Incoraggiare gli abitanti della Terra Santa a non disperare, solo il dialogo può costruire la pace»

Riportiamo un colloquio con padre Jean-Jacques Pérennès, direttore dell’Ecole Biblique di Gerusalemme:

Quale servizio concreto garantisce l’Ecole Biblique nell’ambito degli studi biblici su scala universale?  

«Sin dalla fondazione, l’Ecole Biblique ha applicato un metodo preciso: lo studio della Bibbia nel paese della Bibbia, «avvicinare il documento al monumento» come diceva lo stesso Lagrange. I suoi professori hanno percorso in lungo e in largo le regioni bibliche, dalla Siria all’Arabia del nord, dalla Mesopotamia al Mediterraneo. Hanno condotto i loro allievi in rigorosi studi sul campo, regolarmente descritti nella Revue Biblique che esce quattro volte l’anno dal 1892. La serietà delle ricerche compiute ha fatto sì che nel 1920 l’Ecole sia stata riconosciuta dall’Académie des Inscriptions et Belles-Lettres come Scuola archeologica francese. L’Ecole Biblique ha inoltre formato generazioni di specialisti in scienze bibliche. D’altronde, si tratta di uno dei rari istituti cattolici autorizzati a rilasciare il titolo di Dottorato in tale ambito. Infine, essa ha messo a disposizione dei fedeli il frutto delle sue ricerche, grazie soprattutto alla Bibbia di Gerusalemme, pubblicata dai domenicani di Gerusalemme da mezzo secolo. Attualmente, un progetto innovativo ne sta prendendo il testimone su Internet: «La Bibbia nelle sue Tradizioni»».

Più in generale, come vede l’avvenire della Chiesa Cattolica nella Città Santa? In base alla sua esperienza, quali sono i motivi per sperare in un’eventuale risoluzione del conflitto israelo-palestinese attorno a Gerusalemme?  

«I cristiani rappresentano ormai una piccola minoranza in Palestina, meno dell’1% della popolazione secondo l’ultimo censimento. La nostra missione consiste naturalmente nel rendere accessibili i Luoghi Santi, aiutando i fedeli a venirvi a pregare. Ma «il piccolo resto» che siamo ha attualmente anche un’altra missione: incoraggiare gli abitanti del paese a non disperare, a credere che solo la non violenza e il dialogo contribuiranno a costruire una pace duratura».

In cosa l’ambito degli studi biblici favorisce gli scambi con il mondo giudaico-israeliano?  

«La Bibbia viene grandemente studiata dagli intellettuali ebrei, religiosi o meno. Noi abbiamo molto da guadagnare nel collaborare con loro, sebbene la nostra lettura debba restare di impronta cattolica, poiché, per noi, la Bibbia è innanzitutto un testo ispirato».

Leggi l’intervista completa su VaticanInsider.

5 Giugno 2018 | 06:10
Tempo di lettura: ca. 1 min.
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