Il gruppo di ragazzi ticinesi che partirà per la GMG di Panama.
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Incontri preparativi alla GmG di Panama nella Diocesi di Lugano: le testimonianze di alcuni partecipanti

Per la GMG di Panama – che si terrà nel mese di gennaio 2019 e sarà la prima in assoluto in Centro America – la nostra Pastorale Giovanile ha pensato di aggregarsi ai giovani provenienti dalla Svizzera romanda. Intanto sul sito ufficiale dell’evento è possibile trovare tante informazioni sul tema, sulle giornate nelle diocesi e sul festival della gioventù. Al momento gli organizzatori, in stretto contatto con la Santa Sede, sono impegnati nella pianificazione degli eventi centrali, che si svolgeranno sul lungomare di Panama, affinché i giovani, una volta giunti sul posto, possano davvero fare loro il motto della Giornata: «Ecco la serva del Signore, avvenga per me secondo la tua parola».  Ma anche nella nostra Diocesi si stanno svolgendo delgi incontri per far sì che i giovani si conoscano tra di loro e approfondiscano la loro scelta di recarsi a Panama. L’ultimo si è svolto nel giorno dell’Immacolata sul Passo del Sempione e, alla presenza del vescovo Alain De Raemy, un incontro che ha permesso ai giovani di stare assieme per un intero week-end di riflessione e condivisione. Come ci spiegano don Rolando (responsabile della Pastorale giovanile diocesanadi Lugano), e padre Marcelo Sampaio (responsabile della Comunità Cattolica Mar a Dentro, nata in Brasile) che accompagneranno i giovani durante la GmG, nei due intensi giorni trascorsi assieme, i ragazzi hanno ricevuto anzitutto informazioni tecniche e alcuni gadget, ma si sono anche potuti preparare spiritualmente, grazie ad una bella catechesi di un frate della Communauté des Béatitude proveniente dal Vallese e ad una Veglia serale, nonché partecipando a diversi atelier nel pomeriggio di sabato, dai temi più disparati: dalla gestione delle emozioni durante l’evento – le Giornate della Gioventù sono infatti dei momenti particolarmente intensi anche dal punto di vista emotivo – ad una lezione su come poter organizzare la vita di preghiera durante l’evento. Per finire, i giovani, nella giornata di domenica, hanno anche partecipato ad una distensiva passeggiata nella neve sul Passo.

Per voi, abbiamo raccolto la testimonianza di alcuni di loro. Valentina Anzini, studentessa di teologia alla Facoltà di Lugano, ci racconta con entusiasmo di essere alla sua prima GmG:

«È stato un week-end bellissimo. Ci sono state date molte informazioni pratiche, ma la cosa più interessante è stata la presenza dell’ambasciatrice di Panama all’OnuAida Maria Clément Guinant, che ci ha dato utili spiegazioni sul Paese, anticipandoci anche delle cose curiose: lo sapevate che a Panama la festa della mamma si festeggia proprio nel giorno dell’Immacolata? L’ambasciatrice è rimasta con noi per tutto il sabato, durante il quale, al pomeriggio, abbiamo partecipato a degli atelier per la creazione di una bandiera da portare con noi durante la GmG. Poi il Vescovo De Raemy ci ha introdotto nel mondo della lingua spagnola, dandoci anche l’occasione di fare qualche risata. Il risultato? Se all’inizio ero un po’ scettica sulla possibilità di intraprendere un viaggio così lungo, quasi un po’ timorosa essendo anche alla mia prima Giornata mondiale, adesso tutte le mie paure sono svanite e ho solo una gran voglia di partecipare!«.

Ugualmente entusiasta Zoe Albisetti, membro del Comitato organizzatore in Ticino alla sua quarta GmG, che ci racconta dell’importanza di vivere queste esperienze in gruppo: «Soprattutto durante la Veglia di sabato sera – ci dice – ho sentito che mi porto dentro una fede che non sono la sola ad avere. Ma la cosa bella è che, pur partendo tutti con fede verso questa esperienza, torneremo tutti con qualche insegnamento diverso. La GmG riserva qualcosa di speciale ad ognuno di noi. Sono alla mia quarta GmG, ma mi emoziona tantissimo vedere i sentimenti con cui partono coloro che sono alla loro prima esperienza, perché rivedo me stessa. La loro gioia e la loro speranza è anche la mia. Le mie aspettative? Naturalmente, non sono più quelle di quando avevo 20 anni, perché anche interiormente sono cresciuta. Tuttavia la certezza è sempre la stessa: un’esperienza così non può che insegnarti qualcosa. Parto, in questo senso, con un cuore «aperto».

Zoe ha 27 anni, è giovane; cosa si aspetta, in generale dalla Chiesa? «Premetto che ci sono tipologie di giovani differenti; i miei bisogni non possono essere quelli di tutti. Personalmente, mi attendo dalla Chiesa anche il coraggio di sostenere una fede giovane, aperta su quello che è il giovane è e rappresenta, capace anche di accogliere i suoi impulsi per una fede che sia vissuta in modo moderno. Vivere «modernamente» la fede è possibile e le GmG possono aiutare a comprenderlo«.

Nicolò Maspoli, IV liceo a Savosa, è invece certo di sperimentare qualcosa di molto simile a quello che ha già vissuto questa estate con la Pastorale Giovanile in Madagascar: «Ho grande gioia nel partire perché ho scoperto che viaggiare significa conoscere. Non conoscere in astratto però, bensì entrare in contatto con gente, storie, volti. Questo ti dà una percezione nuova sulla quotidianità. Sarebbe fantastico se potessi tornare come una persona diversa, così come sono tornato cambiato dal Madagascar. E poi, naturalmente, c’è il fascino di vivere un’esperienza spirituale tutti assieme, con altri giovani. Per finire, penso che la chiave per vivere una buona GmG sia la combinazione tra gioia e serietà. Ecco, mi auguro di avere questo spirito. Per prepararmi al momento sto andando mensilmente agli incontri con il Vescovo, che sta tenendo un’interessante catechesi sul Vangelo di Giovanni«.

E poi c’è Lucrezia, appena laureata in medicina, che partirà con il gruppo dalla Svizzera tedesca ma che ha deciso di seguire le catechesi di preparazione in italiano: «Sono alla mia prima GmG, ma già dal liceo ho avvertito il fascino di condividere ciò in cui credo. Sono stata tempo fa a Taizé, un’esperienza molto emozionante. In questo senso, la GmG di Panama casca a pennello: risponde appieno alla mia esigenza di condivisione, che si è costruita in questo ultimo periodo».

«Devo dire che con tutto il lavoro che sta facendo la Pastorale giovanile per prepararci è difficile non arrivare pronti! Partendo senza troppe preoccupazioni, penso che avremo davvero il tempo di rielaborare l’esperienza. Ci tengo a ricordare che siamo in un periodo molto positivo per il rapporto tra giovani e Chiesa, dopo l’esperienza del Sinodo di ottobre. Ricordo con quanta emozione ho riempito il formulario online che sarebbe poi stato trasmesso ai padri sinodali. Che gioia sentirsi così coinvolti! Sono molto fiduciosa anche per questa GmG. Dalla Chiesa cosa mi aspetto come giovane? Forse meno ufficialità, anche meno senso del dovere per lasciare spazio più al dialogo e al contatto diretto».

Ma cosa vi hanno insegnato esattamente durante i workshop nei due giorni sul Sempione? «C’erano vari atelier, ma l’idea di fondo è semplice: anzitutto, ci hanno consigliato di rimanere flessibili e disposti ad accettare cambi di programma».

L’ultima parola a Dennis, anche lui studente di teologia a Lugano: «Le GmG sono state un colpo di genio di San Giovanni Paolo II. Ma sono anche la Chiesa in uscita di Papa Francesco. è un’esperienza che attraversa i vari pontificati per dimostrare che la Chiesa è universale, cattolica: attraverso di esse, c’è chi riscopre la propria fede o la rafforza».

(red)

 

 

 

Il gruppo di ragazzi ticinesi che partirà per la GMG di Panama.
15 Dicembre 2018 | 06:00
Tempo di lettura: ca. 4 min.
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