In Olanda, la preghiera no stop salva la famiglia armena

È finita la maratona religiosa della chiesa protestante di Bethel, all’Aia, iniziata il 26 ottobre scorso per evitare il rimpatrio della famiglia Tamrazyan di origine armena, cristiana e credente, che si era vista rifiutare la richiesta di asilo, nonostante viva in Olanda da nove anni.
Una celebrazione no-stop, 24 ore al giorno, durata mesi. La legge del Paese impedisce infatti ai poliziotti di entrare in chiesa durante un rito religioso. E così centinaia di pastori e volontari hanno trasformato la cappella olandese in una sorta di rifugio. Nel corso dei giorni l’evento era diventato molto popolare, costringendo gli organizzatori a emettere dei biglietti per controllare l’afflusso di chi voleva partecipare.

Il pastore Axel Wicke aveva dichiarato il suo stupore nel vedere come un servizio nato per proteggere la famiglia armena fosse finito col diventare un «pellegrinaggio» che ha coinvolto migliaia di persone da tutti i Paesi Bassi e non solo. «Abbiamo dovuto fare i conti con tantissime persone che vogliono visitare la chiesa durante il periodo natalizio» aveva raccontato spiegando che alcuni dei servizi sono stati trasmessi anche in streaming la vigilia e il giorno di Natale.
Dopo oltre tre mesi di cerimonia no-stop, con quasi 650 pastori e fedeli da tutto il Paese e oltre, martedì sera, finalmente, l’arrivo della notizia che tutti aspettavano con trepidazione: la coalizione al governo all’Aja ha raggiunto un accordo che ha concesso il «perdono» ai tre figli, in virtù del fatto che vanno a scuola e all’università. E dunque i Tamrazyan, genitori e 3 ragazzi, nel Paese dal 2010, non saranno espatriati.
Alla fine il governo olandese ha ceduto e ha garantito alla famiglia di restare nel Paese. L’iniziativa ha permesso di strappare al governo anche la promessa di rivedere circa 700 richieste di asilo di minori che erano state rifiutate.
Per la famiglia armena Tamrazyan, dopo la straordinaria testimonianza di solidarietà, ora si apre anche «una prospettiva di futuro in Olanda», come ha fatto notare Theo Hettema, presidente del Consiglio generale della Chiesa protestante dell’Aia.

Agenzie/redazione

31 Gennaio 2019 | 11:07
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