In Guatemala il passaggio della carovana di 9 mila honduregni

Novemila persone che fuggono dall’indigenza, dalla mancanza di opportunità, dalle macerie provocate dal passaggio di due devastanti uragani, Eta e Iota, che hanno ridotto l’Honduras alla fame. Dalla scorsa settimana, come già era successo nel 2018, si sono messi in cammino nella speranza di trovare negli Stati Uniti il loro Eldorado. Alla vigilia dell’apertura del mandato di Biden però, le autorità statunitensi hanno chiarito «che ora non è il momento di mettersi in viaggio verso gli Usa, che la situazione al confine non cambierà dall’oggi al domani».

Una crisi regionale

In questi giorni non sono mancati i momenti di tensione in particolare nel dipartimento di Chiquipulas. I migranti hanno cercato di superare lo sbarramento di agenti a Vado Hondo e in risposta c’è stato un lancio di gas lacrimogeni e granate assordanti. Lunedì l’occupazione della statale verso il confine con il Messico ha provocato 30km di coda, macchine ferme da ore e il blocco dei camion che viaggiano tra Honduras e Guatemala. Intanto il ministro degli Esteri del Paese, Pedro Brolo, ha affermato che la crisi che si sta vivendo è di portata regionale, che «il flusso migratorio ha radici economiche profonde, e potrà essere ridotto solo con un piano di sviluppo sostenibile che crei crescita ed occupazione». Intanto dall’Honduras la viceministra degli Esteri, Nelly Jerez, criticando l’uso della forza, ha evidenziato che sono nulle le possibilità di attraversare il Guatemala. «La rotta migratoria – ha sottolineato – è totalmente sbarrata».

Vatican News/red

20 Gennaio 2021 | 10:19
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