Il vescovo di Lugano mons. Lazzeri.
GdP

Il vescovo sul Gdp: la decisione più difficile

Carissimi lettori, con grande sofferenza, vi devo comunicare la notizia più dura per il nostro giornale: da domani non potrà più essere trovato nelle edicole né entrare nelle vostre case. Vi avevo detto a gennaio che non sarebbe stata facile. Davanti a noi non c’era un’autostrada, ma solo uno stretto e tortuoso sentiero in salita, da individuare passo dopo passo e da percorrere con estrema circospezione. Sapevamo di molti pericoli e insidie in agguato, ma non abbiamo voluto lasciare intentata neppure l’ultima possibilità di dare continuità – nella forma finora conosciuta e apprezzata –alla lunga e gloriosa tradizione del nostro quotidiano. Si sa però che i percorsi di montagna, per quanto affrontati con intelligenza, impegno e generosità, sono quelli che, prima di raggiungere la vetta, possono riservare le sorprese peggiori. Qualche volta si può incorrere in un passaggio che obbliga a una deviazione o a una sosta di ripensamento. Altre volte, invece, è proprio un precipizio quello che si apre davanti, anche al più coraggioso, esperto e tenace alpinista. Arriva così l’ora del riconoscimento dei propri limiti, dell’inadeguatezza dei propri mezzi, dell’insufficienza delle proprie risorse.

È quello che accade oggi per il nostro amato Giornale del Popolo. L’improvvisa incapacità della nostra agenzia pubblicitaria a garantire la prevista quota di proventi generati dalla pubblicità, vitali per la sopravvivenza di un quotidiano come il nostro, ci costringe a trarre l’inevitabile conseguenza: interrompere la pubblicazione del nostro quotidiano.

Nessuno avrebbe voluto vedere questa ora, tantomeno – lo potete ben immaginare – il Vescovo, che è l’Editore. Mi si stringe il cuore al pensiero di non avere più a disposizione un’alternativa valida da proporre per portare avanti in maniera dignitosa questa forma di presenza della voce cattolica nell’ambito dei mezzi di comunicazione sociale nel nostro Cantone.

Per più di novant’anni, questa benemerita iniziativa del mio venerato predecessore, il Vescovo Aurelio Bacciarini, ha svolto una missione straordinaria. Ha dato il suo prezioso contributo alla formazione delle coscienze e allo sviluppo di un confronto pubblico aperto su tanti temi fondamentali. Ha fatto conoscere nella società civile il contributo originale della dottrina sociale della Chiesa cattolica, la sua proposta profetica, critica e sapienziale, per quanto riguarda la vita umana, la famiglia, l’educazione, la cultura e lo sport, la politica, l’economia, il lavoro e tutti i fenomeni inediti e drammatici del nostro tempo. Enormi sono stati gli sforzi, da parte dei Vescovi – in particolare del Vescovo Pier Giacomo, a cui va il mio pensiero grato in questo momento difficile per tutti – ma anche dei direttori e delle diverse redazioni che si sono succedute nel tempo. Tutti insieme ci siamo impegnati fino all’ultimo per non lasciare spegnere questa modalità di comunicare, nata nel grembo dell’esperienza ecclesiale e feconda d’innumerevoli frutti a ogni livello.

Il mondo in cui è nato il GdP ha subito enormi trasformazioni. Soprattutto l’ambito della carta stampata è stato rapidamente stravolto da fenomeni tuttora in atto, difficili da decifrare e ancor più da governare, anche da parte dei più grandi colossi del settore.

Siamo tristi per questa fine, che mai avremmo voluto, soprattutto nei termini di una così brusca chiusura, a cui ci costringono le avverse circostanze esterne. Sono addolorato principalmente per tutti coloro che hanno finora investito nel giornale le loro energie e la loro professionalità. Penso con immenso dispiacere a tutti i dipendenti e alle loro famiglie, alla loro fatica di dover provvedere al loro futuro. Sono allo studio modalità per esprimere concretamente la nostra solidarietà con tutti coloro che rimangono senza impiego, ma sono ben cosciente che una simile ferita non sarà facile da rimarginare. La comprensibile amarezza che ne deriverà non offuschi nei cuori la percezione della mia profonda gratitudine per la Direttrice e tutti gli attuali collaboratori per il loro lavoro indefesso, la loro passione, la loro capacità di andare avanti anche in mezzo a difficoltà che avrebbero fatto desistere molti altri. A voi pure, fedelissimi lettori, dico il mio grazie dall’intimo del cuore! È stato bello credere e lottare insieme come una vera famiglia. L’impegno comune non finisce qui! Il GdP così come l’abbiamo conosciuto e amato non vedrà più la luce, ma lo spirito che lo ha animato rimane vivo nei nostri cuori. Ora, abbiamo bisogno un po’ di tempo per riflettere insieme sul futuro. Le idee non mancano per altri canali di comunicazione, su cui offrire ciò che finora è passato attraverso le pagine di questo giornale. È prematuro esprimersi in proposito, carissimi, ma ci metteremo all’opera per cercare nuove strade. I nostri mezzi sono modesti, le nostre possibilità sono limitate. Non dobbiamo però cessare di sperare e di operare perché il Vangelo detto ai nostri cuori possa continuare a risuonare anche «dalle terrazze», come dice Gesù. Insomma, il forte dispiacere di questo brusco congedo da voi, non riesce a spegnere in me l’insopprimibile spinta a non dirvi addio, ma arrivederci!

mons. Valerio Lazzeri, Vescovo di Lugano

Il vescovo di Lugano mons. Lazzeri. | © catt
18 Maggio 2018 | 13:48
Tempo di lettura: ca. 3 min.
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