Il vescovo Lazzeri: «La nostra Pasqua domestica non sarà meno vera»

Ecco un estratto dell’omelia che il vescovo di Lugano Valerio Lazzeri ha pronunciato durante la Santa Messa della domenica della Palme:

Carissimi amici, non abbiamo potuto benedire gli ulivi quest’anno, né imitare con una gioiosa processione ciò che è accaduto a Gerusalemme, quando Gesù vi è entrato, accolto dalla folla festante e dai canti dei bambini. Non possiamo neppure, in questo momento, essere radunati nello stesso luogo per celebrare l’Eucaristia. E, tuttavia, rimane intatta, integra e ugualmente efficace, l’intenzione del Signore: «Farò la Pasqua da te con i miei discepoli» (Mt 26,18). «Farò della tua casa la casa della Chiesa, della santa convocazione, il luogo della fraternità, della comunione più forte della morte».

Nessuno ritenga di avere un’abitazione troppo piccola e poco significativa per esaudire la richiesta di Gesù. Nessuno si agiti e si confonda, pensando che tutti i locali a sua disposizione sono in questo momento troppo ingombri di ansie, di paure e di sgomento. Per «mangiare la Pasqua», Gesù non si aspetta che noi riusciamo a offrirgli solenni apparati. Gli basta un piccolo, ma sincero gesto di attenzione al Suo dolore, alla Sua tristezza e angoscia, di fronte all’abisso del rifiuto che il cuore umano è in grado di opporre all’Amore che lo ha creato. «Farò la Pasqua da te»! La nostra Pasqua, forzatamente domestica, non sarà meno vera! Ne è convinto il Signore Gesù più di noi, che inevitabilmente esitiamo, considerando l’estrema vulnerabilità e precarietà in cui siamo posti. A Gesù, però, Dio ha dato «il nome che è al di sopra di ogni altro nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: ›Gesù Cristo è il Signore’, a gloria di Dio Padre» (Fil 2,9-10).

Solo Lui sa «indirizzare una parola allo sfiduciato» (Is 50,4). Sa raggiungere intimamente ogni gemito, ogni lutto e ogni lamento. Solo Lui giunge ai luoghi più remoti, angusti e abbandonati, per portarvi, l’unica consolazione che può guarire radicalmente i nostri cuori smarriti.

La versione integrale dell’Omelia si può leggere qui

Per rivedere la Santa Messa

5 Aprile 2020 | 14:10
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