Ti-Press / Francesca Agosta
Ticino e Grigionitaliano

Il vescovo di Lugano: «La Chiesa e le autorità insieme per il bene di tutti»

«Carissimi amici,
«in questo tempo, nel quale si incomincia ad avere disposizioni per uscire dalla quarantena, preghiamo il Signore, perché dia al suo popolo, a tutti noi, la grazia della prudenza e dell’obbedienza alle disposizioni, perché la pandemia non torni».

Le parole pronunciate martedì mattina dal Santo Padre ci confortano. Esse ci aiutano a continuare a cercare insieme alle autorità civili il giusto cammino per arrivare, nei tempi e nei termini migliori possibili, alla ripresa delle celebrazioni religiose pubbliche.
Il costante spirito di collaborazione che ha caratterizzato finora il dialogo con chi, in questa emergenza, ha la responsabilità del bene comune, mi fa sperare che si possa
raggiungere l’obiettivo che sta a cuore a tutti noi, senza mettere a repentaglio la salute
di nessuno. Certo, l’intera famiglia diocesana, insieme alla Chiesa diffusa in tutto il mondo,
sta vivendo la sua parte di fatica in questa complicata e drammatica vicenda. È una
sofferenza che va ad aggiungersi a tanti problemi, dolori e preoccupazioni che stanno
appesantendo tutti.
Come cristiano con voi e vescovo per voi, ho nel cuore un pensiero assillante e un interrogativo permanente: quando potremo superare questo momento così eccezionale, innaturale rispetto al nostro modo proprio e ordinario di manifestare la nostra fede?
Non è solo l’atto cultuale che ci manca, ma è la ricchezza incomparabile dell’assemblea liturgica, dell’incontro sacramentale, diretto e vivo, con il Signore e tra di noi. Mi abita in ogni momento il pensiero di coloro che si sentono spaesati, dei presbiteri, che vorrebbero essere più che mai vicini alla nostra gente e non possono farlo con i gesti specifici del loro servizio pastorale. Condivido questo travaglio. Per primo, aspetto con ansia il momento di potervi annunciare che il tempo del lutto e del digiuno forzato è finito.

Tuttavia, pur continuando a sperare che l’ora sia vicina, la realtà – lo avrete capito – ci chiede ancora di pazientare. Che fare allora? Possiamo cominciare a preparare insieme la ripresa. È importante non arrivarvi sprovveduti. Sappiamo infatti che essa richiederà comunque notevoli sforzi e dettagliate attenzioni da parte di ciascuno di noi. Dovremo organizzarci in maniera da garantire seriamente la necessaria sicurezza. A questo scopo, ho già chiesto e ottenuto un incontro con i responsabili cantonali. Concorderemo con loro le modalità più ragionevoli per applicare le regole generali alla particolare situazione dei cattolici ticinesi.
Carissimi, confido davvero che si possa continuare a coltivare quello spirito di unità, di concordia e di sollecitudine reciproca che, nella difficoltà, i fedeli della Diocesi hanno
finora saputo esprimere. Siamo un popolo coraggioso e responsabile e questo è me motivo di grande consolazione e conforto.

Faccio mie le preoccupazioni e le ansie di tutti voi. Vi porto nel cuore con immenso
affetto e sempre vi sono grato per la vostra amicizia, il vostro impegno e la vostra preghiera».

Valerio Lazzeri
Vescovo di Lugano

Ti-Press / Francesca Agosta
1 Maggio 2020 | 21:17
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