Il sostegno del Papa al vertice tra Coree: aiuta la pace nel mondo

Papa Francesco ha espresso il suo sostegno al vertice tra Corea del Nord e Corea del Sud che si svolgerà venerdì a Panmunjeom sottolineando, in occasione della catechesi settimanale in piazza San Pietro, che «sarà un’occasione propizia per avviare un dialogo trasparente e un percorso concreto di riconciliazione e di ritrovata fraternità, al fine di garantire la pace nella Penisola Coreana e nel mondo intero». Nel corso della catechesi, dedicata al battesimo, il Pontefice argentino, senza esplicitare il riferimento ad Alfie Evans, ha detto tra l’altro che «pregare per i bambini, per la salute spirituale e corporale, è un modo di proteggere i bambini con la preghiera».

 

«Venerdì prossimo, 27 aprile, a Panmunjeom si terrà un Summit Inter-Coreano, al quale prenderanno parte i Leader delle due Coree, il Signor Moon Jae-in e il Signor Kim Jong Un», ha detto Jorge Mario Bergoglio a conclusione della catechesi. «Tale incontro sarà un’occasione propizia per avviare un dialogo trasparente e un percorso concreto di riconciliazione e di ritrovata fraternità, al fine di garantire la pace nella Penisola Coreana e nel mondo intero. Al Popolo Coreano, che desidera ardentemente la pace, assicuro la mia personale preghiera e la vicinanza di tutta la Chiesa. La Santa Sede accompagna, sostiene e incoraggia ogni iniziativa utile e sincera per costruire un futuro migliore, all’insegna dell’incontro e dell’amicizia tra i popoli. A coloro che hanno responsabilità politiche dirette, chiedo di avere il coraggio della speranza facendosi «artigiani» di pace, mentre li esorto a proseguire con fiducia il cammino intrapreso per il bene di tutti, e – ha concluso con un invito ai fedeli a pregare insieme a lui il Padre Nostro – come Dio è padre di tutti, padre di pace, vi invito a pregare il nostro padre, Dio, padre di tutti, per il popolo coreano, sia quelli che sono al sud sia quelli che sono a nord».

 

In questa udienza del 25 aprile, che a differenza dell’Italia non è giorno festivo in Vaticano, Francesco ha proseguito un ciclo di catechesi che ha da poco avviato sul battesimo. «Il Vangelo – ha spiegato – porta in sé la forza di trasformare chi lo accoglie con fede, strappandolo dal dominio del maligno affinché impari a servire il Signore con gioia e novità di vita. Al fonte battesimale non si va mai da soli, ma accompagnati dalla preghiera di tutta la Chiesa, come ricordano le litanie dei Santi che precedono l’orazione di esorcismo e l’unzione prebattesimale con l’olio dei catecumeni. Sono gesti che, fin dall’antichità, assicurano quanti si apprestano a rinascere come figli di Dio che la preghiera della Chiesa li assiste nella lotta contro il male, li accompagna sulla via del bene, li aiuta a sottrarsi al potere del peccato per passare nel regno della grazia divina. Per questo, il cammino dei catecumeni adulti è segnato da ripetuti esorcismi pronunciati dal sacerdote, ossia da preghiere che invocano la liberazione da tutto ciò che separa da Cristo e impedisce l’intima unione con Lui. Anche per i bambini si chiede a Dio di liberarli dal peccato originale e consacrarli dimora dello Spirito Santo. Pregare per i bambini, per la salute spirituale e corporale – ha aggiunto il Papa – è un modo di proteggere i bambini con la preghiera».

 

Nei Vangeli, ha ricordato il Papa, «Gesù stesso ha combattuto e scacciato i demoni per manifestare l’avvento del regno di Dio: la sua vittoria sul potere del maligno lascia libero spazio alla signoria di Dio che rallegra e riconcilia con la vita. Il battesimo non è una formula magica, ma un dono dello Spirito Santo che abilita chi lo riceve «a lottare contro lo spirito del male», credendo che «Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio per distruggere il potere di satana e trasferire l’uomo dalle tenebre nel suo regno di luce infinita». Sappiamo per esperienza che la vita cristiana è sempre soggetta alla tentazione di separarsi da Dio, dal suo volere, dalla comunione con lui, per ricadere nei lacci delle seduzioni mondane», ha proseguito il Papa che ha illustrato anche la simbologia dell’olio dei catecumeni che «fortifica per lottare contro il male e vincerlo. È faticoso – ha rimarcato ancora il Papa – combattere contro il male, sfuggire ai suoi inganni, riprendere forza dopo una lotta sfiancante, ma dobbiamo sapere che tutta la vita cristiana è un combattimento. Dobbiamo però anche sapere che non siamo soli, che la Madre Chiesa prega affinché i suoi figli, rigenerati nel Battesimo, non soccombano alle insidie del maligno ma le vincano per la potenza della Pasqua di Cristo». La Chiesa, ha insistito Francesco, «prega e prega per tutti, per tutti noi. Noi Chiesa preghiamo per gli altri. È una cosa bella pregare per gli altri. Quante volte non abbiamo alcun bisogno vicino e non preghiamo… No! Chiedo per quelli che sono nel bisogno, per coloro che non hanno fede, così preghiamo uniti alla Chiesa per gli altri. Non dimenticare: la preghiera della Chiesa sempre è in atto ma noi dobbiamo entrare in questa preghiera, per tutto il popolo di Dio e per coloro che hanno bisogno della preghiera».

 

Tra i saluti finali Francesco si è rivolto tra gli altri all’Università Cattolica di Lublino, presente all’udienza in occasione del 100esimo anniversario della sua fondazione: «Vi incoraggio a continuare la ricerca dei legami esistenti tra fede e ragione, e al contempo a studiare nuovi metodi di approfondimento delle scienze umane e naturali, per rispondere sempre meglio alle sfide che il mondo moderno pone davanti all’uomo e alle società. Vi accompagni il vostro Professore Karol Wojtyla – San Giovanni Paolo II!».

Iacopo Scaramuzzi – VaticanInsider

25 Aprile 2018 | 13:26
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