Un rosario
Papa e Vaticano

Il «respiro europeo» della Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani

È una Europa che deve respirare con due polmoni, che è chiamata a mettere in atto un «ecumenismo della riconciliazione» insieme ad un «ecumenismo della vita», che sono pre-condizioni essenziali per arrivare alla piena unità. E mai come quest’anno la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani ha un senso profondamente europeo.

Prima di tutto, per il tema: «Ci trattarono con gentilezza«. È un passo degli Atti degli Apostoli, si riferisce al naufragio di Paolo a Malta (oggetto tra l’altro di una delle catechesi di Papa Francesco dedicate agli atti degli Apostoli) e il sussidio è stato studiato proprio nell’isola, centro del Mediterraneo e centro di passaggio dei migranti.

Quindi, perché questa settimana arriva al termine di un anno caratterizzato da una particolare attenzione per le nazioni ortodosse, dato che Papa Francesco ha viaggiato prima in Bulgaria e Macedonia del Nord e poi in Romania – viaggi tra l’altro ricordati all’incontro di inizio anno con il corpo diplomatico.

Quello dei viaggi ecumenici è un trend che dovrebbe continuare quest’anno – anche se niente è ancora ufficiale – con i viaggi che sono allo studio a Cipro, dove c’è l’ultimo muro d’Europa, in Montenegro, dove tra l’altro c’è una querelle intraortodossa difficile da sbrogliare, e in Grecia, sulle orme dell’apostolo Paolo, tra Filippi e Salonicco, insieme al Patriarca ecumenico Bartolomeo. Senza contare che il Papa desidera andare in Sud Sudan insieme al primate anglicano, l’arcivescovo Justin Welby.

Continua a leggere su ACI Stampa la riflessione di Andrea Gagliarducci.

Un rosario
20 Gennaio 2020 | 11:18
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