Chiesa

Il prof. Zamagni nominato nuovo presidente della Pontificia Accademia delle Scienze sociali

Papa Francesco ha nominato presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali il professor Stefano Zamagni, docente di Economia all’Università di Bologna e vice direttore del Senior Adjunct Professor of International Political Economics (Sais) a Bologna, accademico pontificio e membro del Consiglio dell’Accademia. Per la prima volta viene affidata questa carica a un Accademico.

Stefano Zamagni è nato a Rimini, il 4 gennaio 1943, si è laureato nel 1966 in Economia e Commercio presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, proseguendo negli studi di specializzazione presso il Linacre College dell’Università di Oxford.
Nel 1979 ha iniziato ad insegnare International Trade Theory, Microeconomics, Quantitative Methods for Economics e Public Sector Economics alla Johns Hopkins University, sede di Bologna.
È Professore ordinario di Economia Politica presso l’Università di Bologna, dove ha ricoperto numerosi ruoli, tra cui la presidenza della Facoltà di Economia, impegnandosi soprattutto negli studi sul mondo del no profit; sempre a Bologna, è Vice-direttore del Senior Adjunct Professor of International Political Economy (SAIS).
È stato nominato Accademico Pontificio il 9 aprile 2013, entrando poi a far parte del Consiglio dell’Accademia. È Membro di varie Istituzioni, fra le quali: il Comitato Accademico del Human Development, Capability and Poverty International Research Center presso l’Università di Harvard; del Consiglio Nazionale per il Terzo Settore, a Roma; del Consiglio Scientifico del programma di dottorato in Economia presso l’Università Cattolica Argentina.
I suoi studi e pubblicazioni riguardano l’ambito dell’Economia politica internazionale, Economia civile, Economia ed etica, teorie del comportamento dei consumatori e della scelta sociale, epistemologia economica.
Autore di numerosi libri e articoli di riviste nell’ambito dell’economia del welfare, della teoria del comportamento dei consumatori, della teoria della scelta sociale, dell’epistemologia economica, dell’etica, della storia del pensiero economico e dell’economia civile.
Zamagni subentra alla professoressa inglese Margaret Scotford Archer, 76 anni che era stata nominata nell’aprile 2014. La Pontificia Accademia delle Scienze sociali è stata istituita nel 1994 da papa Giovanni Paolo II per promuovere lo studio e il progresso delle scienze sociali, principalmente l’economia, la sociologia, il diritto e le scienze politiche, in modo da offrire alla Chiesa gli elementi di cui avvalersi per lo sviluppo della sua Dottrina e riflettere sull’applicazione della Dottrina stessa nella società contemporanea. Il vescovo argentino Marcelo Sanchez Sorondo, 77 anni a settembre, ne è Cancelliere dal 1998.
Per il professore, come aveva riportato qualche giorno fa il sito «Economia di comunione» (EdC) del Movimento dei Focolari, la nomina è «legata all’impostazione teologica-filosofica a cui – a differenza dei suoi predecessori – è legato papa Bergoglio, quella del «realismo storico»».
Nel senso che «mentre altri papi privilegiavano l’approccio Top-Down e cioè dai principi primi della teologia cattolica facevano derivare tutta una serie di conseguenze di ordine pratico», l’attuale Pontefice «si muove a rovescio, parte cioè dalla constatazione di ciò che capita nel mondo – ecco perché si chiama realismo storico – e da lì, alla luce dei principi cristiani, cerca di dare non solo una lettura, ma soprattutto delle linee di azione».
E questo «esige una Pontificia Accademia che fornisca non solo ottime elaborazioni dei principi ma si spinga a indicare linee di intervento». Per Zamagni quindi, gli ambiti di intervento in cui le indicazioni dell’Accademia potranno incidere «sono vari e tutti molto importanti in questo momento storico: basti pensare alla questione ambientale, o a quella della finanza internazionale». Per il nuovo presidente insomma, con la sua nomina «il Papa vuol dare ai lavori della Pontificia Accademia delle Scienze sociali una direzione di marcia che tenda a privilegiare non solo il factum (quello che è stato fatto) ma il faciendum (quello che si deve fare) dimostrando così di aver compreso che non solo per i cristiani ma anche per gli uomini di buona volontà, il tempo della sola denuncia non è più sufficiente, occorre passare al «fare»».

Agenzie/redazione

28 Marzo 2019 | 17:15
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