Ticino e Grigionitaliano

Il prof. Ernesto Borghi fa il punto sull’animazione biblica della pastorale ecclesiale

In occasione della seconda Domenica della Parola che si celebrerà domani in tutta la Chiesa presentiamo un volume scritto, tra gli altri, da Ernesto Borghi, coordinatore della formazione biblica nella diocesi di Lugano e presidente dell’Associazione Biblica della Svizzera Italiana, che tratta il tema dell’animazione biblica globale della pastorale ecclesiale cattolica.

Prof. Borghi, il volume «L’animazione biblica dell’intera pastorale» (LAS, Roma 2020) è concluso da un suo saggio. Può farcene una breve presentazione?
Il 15 febbraio 2020, presso l’Università Salesiana di Roma, si è tenuto un seminario accademico di studio sull’animazione biblica della pastorale ecclesiale, organizzato dai colleghi Xavier Matoses, neo-testamentarista spagnolo, e Guido Benzi, primotestamentarista riminese, già direttore dell’Ufficio Catechistico Nazionale CEI. Erano stati invitati oltre quaranta tra esperte ed esperti di ambito universitario e formativo di varie estrazioni culturali e religiose. Essi hanno offerto una serie di vari contributi, volti a far comprendere quanto le Scritture bibliche debbano e ancora purtroppo non siano, l’anima ispiratrice e il movente essenziale di qualsiasi progetto e azione compiuta nelle comunità ecclesiali. Nel mio contributo ho cercato di offrire una serie di riflessioni critiche e di proposte che aiutino a rendere sempre più radicalmente bibliche la catechesi, la liturgia e la solidarietà sociale vissute nella Chiesa cattolica. Ho tentato di spiegare quanto sia importante saper fare cultura dalla Chiesa alla società, in un rapporto di dialogo costruttivo tra persone ed istituzioni del mondo ecclesiale e della società civile. Ritengo che questa sia la strada fondamentale per rendere credibile ed incisivo il messaggio di bellezza e di bontà che è il Vangelo anche nella nostra complessa contemporaneità.

A che punto siamo della pastorale biblica?
Stiamo molto meglio di qualche decennio fa, ma siamo lontani dal traguardo dell’animazione biblica dell’intera pastorale ecclesiale. Le iniziative di informazione e formazione biblica sono numerose, spesso anche di livello culturale buono o ottimo, ma manca spessissimo la volontà e la capacità di creare progetti integrati a livello interparrocchiale, diocesano, nazionale che concentrino risorse umane ed economiche adeguate per favorire il raggiungimento di un obiettivo essenziale: rendere normali, nella prassi di vita comune, la lettura dei testi biblici e il confronto tra i valori che ne emergono e la vita e la cultura di oggi. Predisporre progetti e strumenti per far crescere, in libertà e con intelligenza pratica, la sensibilità biblica a livello popolare dovrebbe essere una finalità essenziale da parte di qualsiasi autorità ecclesiale che avesse a cuore la crescita interiore e sociale delle persone. E la creazione del coordinamento diocesano della formazione biblica aveva, nel 2003, questo scopo. Molto è stato fatto (il canale youtube «Associazione Biblica della Svizzera Italiana» ne è una dimostrazione), ma moltissimo resta da fare.

Secondo lei come è possibile oggi avvicinare i fedeli alla conoscenza approfondita della Parola di Dio?
Occorre creare progetti educativi e formativi che si propongano alla vita concreta delle persone. Un esempio: le omelie delle Messe domenicali e il materiale legato a tali celebrazioni, offerto nelle comunità cristiane, dovrebbero offrire stimoli seri all’educazione al rapporto con le Scritture. Nel rito romano il ciclo ternario festivo, nella lettura semi-continua dei vangeli secondo Matteo, Marco e Luca, è un terreno d’azione potenzialmente formidabile in questa direzione. Nella diocesi di Lugano abbiamo operato ripetutamente per dare supporto formativo e stimolo progettuale anche a questo proposito. Aspiriamo a sviluppare, come e più di quanto ripetutamente fatto in questi anni, ogni opportunità di collaborazione con tutte le istituzioni ticinesi, universitarie e non, che di questi temi intendano occuparsi effettivamente in spirito di libertà e creatività.

Domani la Chiesa celebra la II Domenica della Parola. Una giornata istituita da papa Francesco per riscoprire il senso pasquale e salvifico della Parola di Dio. Come possiamo celebrarla?
Ponendoci anzitutto due domande: quale posto hanno le Scritture del Primo e del Nuovo Testamento nellamia vita? Che cosa potrei fare per ampliare ed approfondire tale spazio a vantaggio della mia identità religiosa e culturale?

Silvia Guggiari

23 Gennaio 2021 | 12:14
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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