Commento

Il presidente della corte suprema pakistana sul caso Asia Bibi

«Il caso di Asia Bibi ha mostrato che il sistema giudiziario pakistano ha fallito nel merito, privando la popolazione del proprio diritto alla giustizia». Lo ha detto in questi giorni il presidente della corte suprema del Pakistan Mian Saqib Nisar, durante un incontro con i parlamentari anglo-pakistani.

Commentando il caso di Asia Bibi, la donna cristiana, condannata a morte nel 2010 per blasfemia e assolta nelle scorse settimane dalla corte suprema del Pakistan, Nisar ha rilevato che «il sistema giudiziario pakistano è frammentato e necessita di riforme che lo modernizzino in modo che i cittadini possano ottenere una giustizia di qualità e in tempi brevi».

Sul caso Asia Bibi, «sfortunatamente ci sono voluti circa otto anni» per arrivare all’assoluzione, nonostante non ci fossero prove. Tra l’altro, ha ammesso il giudice, il dossier è rimasto fermo quattro anni alla corte suprema prima di essere esaminato. Parlando poi della richiesta di asilo all’estero di Asia Bibi, a causa dalle minacce ricevute dagli integralisti islamici, il giudice ha affermato che «è un dovere dello stato pachistano proteggere la vita e la salute dei propri cittadini, ma se lei chiede protezione all’estero ciò significa che il Pakistan ha fallito».
L’Osservatore Romano, 23-24 novembre 2018
24 Novembre 2018 | 05:50
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AsiaBibi (31), blasfemia (6), giustizia (21), Pakistan (44)
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