Diocesi

Il pellegrinaggio della Diocesi di Lugano ad Oropa

Si è svolto al Santuario di Oropa l’annuale pellegrinaggio diocesano organizzato dall’Opera Diocesana Pellegrinaggi e guidato da S.E. Mons. Vescovo Valerio con un gruppo di 200 pellegrini ticinesi.

Durante l’omelia della Santa Messa celebrata la mattina, mons. Lazzeri – nel giorno della festa di Maria Madre della Chiesa, voluta da Papa Francesco il lunedì dopo Pentecoste – ha ricordato come l’immagine di Maria sotto la croce ci insegni a «stare», a essere presenti dentro le situazioni di sofferenza. Ai piedi della croce Maria non è sola: il suo è uno stare nella sofferenza con gli altri, in una reciproca condivisione del dolore. L’invito allora è quello di sapersi assumere il carico delle sofferenze altrui. Maria è testimone di un gesto profondamente significativo: ai piedi della Cristo Giovanni ricorda che vi è un vaso pieno di aceto, segno delle nostre sofferenze, delle nostre delusioni che vengono portate, offerte alla bocca di Gesù; è l’immagine di Cristo che si assume il carico delle nostre fatiche per redimerle.

La storia del santuario

Il Santuario di Oropa è il più importante Santuario mariano delle Alpi. Si colloca in uno scenario unico e incontaminato a 1200 m. di altezza, a soli 20 minuti dal centro di Biella.

Secondo la tradizione l’origine del Santuario è da collocarsi nel IV secolo, ad opera di Eusebio, primo vescovo di Vercelli. I primi documenti scritti che parlano di Oropa, risalenti all’inizio del XIII secolo, riportano l’esistenza delle primitive Chiese di Santa Maria e di San Bartolomeo, di carattere eremitico, che costituivano un punto di riferimento fondamentale per i viatores (viaggiatori) che transitavano da est verso la Valle d’Aosta.

Il maestoso complesso architettonico è frutto dei disegni dei più grandi architetti sabaudi: Arduzzi, Gallo, Beltramo, Juvarra, Guarini, Galletti, Bonora, che hanno contribuito a progettare e a realizzare l’insieme degli edifici tra la metà del XVII e del XVIII secolo.

In particolare, cuore spirituale del Santuario, la Basilica Antica è stata realizzata nel Seicento, in seguito al voto fatto dalla Città di Biella in occasione dell’epidemia di peste del 1599. Nel 1620, con il completamento della Chiesa, si tenne la prima delle solenni incoronazioni che ogni cento anni hanno scandito la storia del Santuario. La facciata, progettata dall’architetto Francesco Conti, semplice nell’eleganza delle venature verdastre della pietra d’Oropa, è nobilitata dal portale, più scuro, che riporta in alto lo stemma sabaudo del duca Carlo Emanuele II, sorretto da due angeli in pietra. Sull’architrave del portale si trova scolpita l’iscrizione «O quam beatus, o Beata, quem viderint oculi tui», che dai primi decenni del sec. XVII è il saluto augurale che il pellegrino, raggiunta la meta, riceve varcando la soglia della Basilica.

(red)

10 Giugno 2019 | 14:51
Tempo di lettura: ca. 2 min.
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