Papa e Vaticano

Il Papa: la memoria dell’Olocausto per non annientare il futuro

Il silenzio per ascoltare il grido dell’umanità sofferente. Oggi come 75 anni fa quando al mondo venne svelata nella sua crudeltà la furia nazista, quando vennero aperti i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz – Birkenau e chi sopravvisse portò nel corpo, nella mente e nel cuore l’orrore vissuto. Papa Francesco, ricevendo in udienza il «Centro Simon Wiesenthal», ricorda il 27 gennaio, giorno della liberazione del campo polacco, invoca l’assenza di parole dinanzi al «consumismo verbale» che si declina in «offese urlate», «parole inutili» mentre è «il silenzio a custodire la memoria», senza la quale si annienta il futuro. Netta la condanna del Papa per l’antisemitismo e per le «barbare recrudescenze» degli ultimi tempi. Forte l’invito a «dissodare il terreno dell’odio», seminando pace, reintegrando chi è emarginato, sostenere chi è scartato, come forte è l’invito a collaborare insieme cristiani ed ebrei per coltivare «il terreno della fraternità».

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20 Gennaio 2020 | 14:43
Tempo di lettura: ca. 1 min.
memoria (16), olocausto (12), PapaFrancesco (1458)
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