Papa e Vaticano

Il Papa: «Io, che seguo Gesù, mi interesso a chi è più trascurato?»

«Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». Nell’Angelus di oggi il Papa riflette su questa frase di Gesù. In Piazza San Pietro, il Pontefice commenta: «Mediante questa frase lapidaria, il Signore inaugura un capovolgimento: rovescia i criteri che segnano che cosa conta davvero. Il valore di una persona non dipende più dal ruolo che ricopre, dal successo che ha, dal lavoro che svolge, dai soldi in banca; no, la grandezza e la riuscita, agli occhi di Dio, hanno un metro diverso: si misurano sul servizio. Non su quello che si ha, ma su quello che si dà».

Per il Papa oggi la parola «servizio» appare «un po’ sbiadita, logorata dall’uso». Ma nel «Vangelo ha un significato preciso e concreto».
«Servire non è un’espressione di cortesia: è fare come Gesù, il quale, riassumendo in poche parole la sua vita, ha detto di essere venuto non per farsi servire, ma per servire. Dunque, se vogliamo seguire Gesù, dobbiamo percorrere la via che Lui stesso ha tracciato, la via del servizio. La nostra fedeltà al Signore dipende dalla nostra disponibilità a servire. Questo spesso costa, sa di croce», dice il Papa.

Ma chi servire? Il Pontefice spiega: «Quanti hanno bisogno di ricevere e non hanno da restituire. Accogliendo chi è ai margini, trascurato, accogliamo Gesù, perché Egli sta lì. E in un piccolo, in un povero che serviamo riceviamo anche noi l’abbraccio tenero di Dio».

Il Papa congeda i fedeli presenti con alcuni interrogativi. «Io, che seguo Gesù, mi interesso a chi è più trascurato? Oppure, come i discepoli quel giorno, vado in cerca di gratificazioni personali? Intendo la vita come una competizione per farmi spazio a discapito degli altri oppure credo che primeggiare significa servire? E, concretamente: dedico tempo a qualche «piccolo», a una persona che non ha i mezzi per contraccambiare? Mi occupo di qualcuno che non può restituirmi o solo dei miei parenti e amici?».

Dopo la preghiera dell’Angelus il Papa passa ai consueti appelli: «Sono vicino alle vittime delle inondazioni avvenute in Messico, specialmente ai malati morti nell’ospedale e ai loro famigliari».

«Desidero assicurare la mia preghiera per le persone che sono ingiustamente trattenute in paesi stranieri, ci sono purtroppo vari casi con cause diverse e complesse, auspico che nel doveroso compimento della giustizia queste persone possano al più presto tornare in patria», dice il Papa».

Poi il Papa alla fine ricorda il 175 esimo dell’apparizione della Madonna di La Salette in Francia, che si mostrò in lacrime a due ragazzi. Per il Papa è «un riflesso del dolore di Cristo per i nostri peccati e un appello sempre attuale di affidarsi alla misericordia di Dio».

(ACI Stampa)

| © Vatican Media
19 Settembre 2021 | 13:34
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