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Il Papa: «Invochiamo il pane quotidiano per i bimbi di Yemen, Sud Sudan e Siria»

Nel corso della catechesi del mercoledì, Francesco ha proseguito le spiegazione della preghiera del  Padre nostro, affrontando l’invocazione «Dacci il pane quotidiano!», definita da Bergoglio «domanda impellente, che molto somiglia all’implorazione di un mendicante: Dacci il pane quotidiano!». Una preghiera che «proviene da un’evidenza che spesso dimentichiamo, vale a dire che non siamo creature autosufficienti, e che tutti i giorni abbiamo bisogno di nutrirci» e mostra che per Gesù «tutta l’esistenza umana, con i suoi problemi più concreti e quotidiani, può diventare preghiera».

Il dramma della fame nel mondo

Francesco ha rimarcato: «Quante madri e quanti padri, ancora oggi, vanno a dormire col tormento di non avere l’indomani pane a sufficienza per i propri figli! Immaginiamo questa preghiera recitata non nella sicurezza di un comodo appartamento, ma nella precarietà di una stanza in cui ci si adatta, dove manca il necessario per vivere».

Il «pane», ha detto ancora il Papa, «sta anche per acqua, medicine, casa, lavoro… chiedere il necessario per vivere», ma, «attenti», ha sottolineato Francesco ai fedeli, «il pane che il cristiano chiede nella preghiera non è il «mio», attenti: ma il «nostro»», «se non si prega in questo modo, il «Padre nostro» cessa di essere una orazione cristiana, se Dio è nostro Padre, come possiamo presentarci a lui senza prenderci per mano? E se il pane che lui ci dà ce lo rubiamo tra di noi, come possiamo dirci suoi figli? Questa preghiera contiene un atteggiamento di empatia e di solidarietà. Nella mia fame sento la fame delle moltitudini, e allora pregherò Dio finché la loro richiesta non sarà esaudita». Pensiamo, ha aggiunto Jorge Mario Bergogio, «ai bambini affamati, ai bambini che sono in paesi in guerra, i bambini affamati dello Yemen, in Siria, in tanti paesi dove non c’è il pane, nel Sud Sudan e pensando a loro diciamo insieme, a voce alta, la preghiera: Padre dacci oggi il pane quotidiano».

Il Papa ha messo in evidenza, ancora, che «il pane che chiediamo al Signore nella preghiera è quello stesso che un giorno ci accuserà, ci rimprovererà la poca abitudine a spezzarlo con chi ci è vicino, a condividerlo», ed ha sottolineato che nell’episodio evangelico della moltiplicazione dei pani e dei pesci, «Gesù domandò se qualcuno avesse qualcosa, e si trovò solo un bambino disposto a condividere la sua provvista: cinque pani e due pesci», cosicché «il vero miracolo compiuto da Gesù quel giorno non è tanto la moltiplicazione ma la condivisione». Quel bambino, ha detto Francesco, «aveva capito la lezione del «Padre nostro»: che il cibo non è proprietà privata, mettiamoci questo in testa: ma provvidenza da condividere, con la grazia di Dio».

L’omaggio del Papa a Suor Maria Concetta Esu, da 60 anni missionaria in Africa

Il Papa ha tributato un pubblico omaggio a una missionaria italiana di 85 anni, a conclusione dell’udienza generale in piazza San Pietro, che in qualità di ostetrica ha aiutato a nascere tremila bambini in Africa. Suor Maria Concetta ha 85 anni ed appartiene alla Congregazione delle figlie di San Giuseppe di Genoni. «Da quasi 60 anni – ha spiegato Bergoglio- è missionaria in Africa, dove svolge il suo servizio di ostetrica. Io – ha raccontato il Papa tra gli applausi dei fedeli e mentre la religiosa a tratti gli reggeva i fogli del testo per non farli volare – l’ho conosciuta a Bangui, quando sono andato ad aprire il Giubileo della Misericordia. Là lei mi ha raccontato che nella sua vita ha aiutato a nascere circa tremila bambini. Che meraviglia! Anche quel giorno era venuta dal Congo in canoa, a 85 anni, a fare le spese a Bangui». Così, la suora di passaggio per Roma, oggi ha ricevuto dal papa un encomio: una medaglia del Pontificato e un Rosario, salutata dall’applauso di migliaia di fedeli.

Una quercia dei boschi polacchi sarà piantata nei Giardini Vaticani
A fine catechesi il Papa ha detto ai pellegrini polacchi che domani nei Giardini Vaticani, verrà piantata una quercia dei boschi polacchi, «come segno dei legami vivi e forti tra la Santa Sede e la Polonia che cent’anni fa riacquistò la sua indipendenza» e anche quale «simbolo dell’impegno della Polonia a favore della salvaguardia dell’ambiente naturale». Nel saluto ai fedeli italiani, Francesco ha ricordato che come ogni anno, per la tradizionale iniziativa «24 ore per il Signore», celebrerà la liturgia penitenziale alle 17 a San Pietro: «Quanto sarebbe significativo che anche le nostre chiese, in questa particolare occasione, fossero aperte a lungo», ha detto, «per chiedere la misericordia di Dio ed accoglierla nel Sacramento del Perdono».

fonte: vaticaninsider/red

27 Marzo 2019 | 13:54
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