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Il Papa: «Il vero potere è l'amore»

Nell’Angelus recitato in piazza San Pietro da Francesco in occasione della solennità di Cristo Re dell’Universo il Papa ha parlato del vero potere indicato da Cristo con il suo messaggio e con la sua vita e del fine della creazione e della storia. Ha detto il Pontefice:

«La vita del creato non avanza a caso, ma procede verso una meta finale: la manifestazione definitiva di Cristo, Signore della storia e di tutto il creato. La conclusione della storia sarà il suo regno eterno».

Commentando il Vangelo odierno, il Papa ha ricordato che «Gesù non ha ambizioni politiche. Per  Gesù il regno è un’altra cosa, e non si realizza certo con la rivolta, la violenza e la forza delle armi. Gesù vuole far capire che al di sopra del potere politico ce n’è un altro molto più grande, che non si consegue con mezzi umani. Lui è venuto sulla terra per esercitare questo potere, che è l’amore, rendendo testimonianza alla verità».

E questa – ha aggiunto Francesco – «è il messaggio essenziale del Vangelo: Dio è amore e vuole stabilire nel mondo il suo regno di amore, di giustizia e di pace. Questo è il regno di cui Gesù è il re, e che si estende fino alla fine dei tempi. La storia insegna che i regni fondati sul potere delle armi e sulla prevaricazione sono fragili e prima o poi crollano. Ma il regno di Dio è fondato sul suo amore e si radica nel cuore, conferendo a chi lo accoglie pace, libertà e pienezza di vita. Tutti noi vogliamo, pace, libertà, pienezza: lascia che Dio si radichi nel tuo cuore e avrai pace, libertà e pienezza».

Oggi – ha continuato il Pontefice – «Gesù ci chiede di lasciare che Lui diventi il nostro re. Un re che con la sua parola, il suo esempio e la sua vita immolata sulla croce ci ha salvato dalla morte, indica la strada all’uomo smarrito, dà luce nuova alla nostra esistenza segnata dal dubbio, dalla paura e dalle prove di ogni giorno. Ma non dobbiamo dimenticare che il regno di Gesù non è di questo mondo. Egli potrà dare un senso nuovo alla nostra vita, a volte messa a dura prova anche dai nostri sbagli e dai nostri peccati, soltanto a condizione che noi non seguiamo le logiche del mondo e dei suoi re».

Dopo la recita dell’Angelus Papa Francesco ha ricordato l’Holodomor, la carestia subita dagli ucraini per opera di Stalin tra il 1932 e il 1933 «provocata dal regime sovietico che causò milioni di vittime. L’immane ferita del passato sia un appello per tutti perché tali tragedie non si ripetano mai più. Preghiamo per quel caro Paese e per la pace tanto desiderata».

La strage è stata riconosciuta nel 2008 dal Parlamento Europeo come «crimine contro tutta l’umanità». La Chiesa Greco-Cattolica Ucraina in Italia, in stretta collaborazione con la Chiesa Italiana, ha dedicato alla memoria dell’Holodomor il 2017 e 2018, e ha scelto Milano e Napoli come luoghi da cui far ripartire la memoria. Il Papa ha fatto riferimento a questa ricorrenza.

fonte: acistampa/red

25 Novembre 2018 | 15:35
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