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Il Papa: «Il malato non è una macchina da aggiustare»

«La centralità del malato come persona e la sua dignità con i suoi inalienabili diritti, in primis il diritto alla vita» è quanto ha ribadito il Papa  lunedì 27 maggio incontrando una delegazione della Federazione Internazionale delle Associazioni dei Medici Cattolici. Francesco ha invitato a vigilare sulle legislazioni su temi etici sensibili come «l’interruzione di gravidanza, il fine-vita e la medicina genetica», sempre nel pieno rispetto del malato come persona con la sua dignità. Un valore che deve essere bilanciato anche con un altro particolare aspetto: «la libertà di coscienza dei medici e degli operatori sanitari». »Va contrastata – ha osservato il Papa – la tendenza a svilire l’uomo malato a macchina da riparare, senza rispetto per principi morali, e a sfruttare i più deboli scartando quanto non corrisponde all’ideologia dell’efficienza e del profitto. La difesa della dimensione personale del malato è essenziale per l’umanizzazione della medicina, nel senso anche della ecologia umana».

Il paradigma tecnocratico affligge anche la medicina

«Anche il campo della medicina e della sanità, non è stato risparmiato dall’avanzata del paradigma culturale tecnocratico, dall’adorazione del potere umano senza limiti e da un relativismo pratico, in cui tutto diventa irrilevante se non serve ai propri interessi, ha continuato Bergoglio. «Non manchi – ha raccomandato il Papa ai medici cattolici – la vostra sollecitudine anche a difesa della libertà di coscienza, dei medici e di tutti gli operatori sanitari. Non è accettabile che il vostro ruolo venga ridotto a quello di semplice esecutore della volontà del malato o delle esigenze del sistema sanitario in cui lavorate».

29 Maggio 2018 | 06:00
Tempo di lettura: ca. 1 min.
Papa (1254), PapaFrancesco (1457), vaticano (240)
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