Papa e Vaticano

Il Papa all'Angelus: «Per Gesù il vero scandalo è fuggire la croce»

«Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua». E’ in questa frase che si può riassumere il cuore dell’Angelus del 30 agosto 2020 del Papa. Ai fedeli riuniti in Piazza San Pietro il Papa ha spiegato il senso del Vangelo del giorno. «Di fronte alla prospettiva che Gesù possa fallire e morire in croce, lo stesso Pietro si ribella e gli dice: Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai!. Crede in Gesù, lo vuole seguire, ma non accetta che la sua gloria passi attraverso la passione».

«Per Pietro e gli altri discepoli – ma anche per noi! – la croce è una cosa incomoda, uno scandalo, mentre Gesù considera scandalo il fuggire dalla croce, che vorrebbe dire sottrarsi alla volontà del Padre, alla missione che Lui gli ha affidato per la nostra salvezza», ha affermato Francesco.

«Succede a tutti noi che nei momenti di devozione, di buona volontà, di vicinanza al prossimo guardiamo Gesù e andiamo avanti, ma quando ci viene incontro la croce fuggiamo, è il diavolo che ci tenta», ha aggiunto a braccio il Pontefice.

E’ Gesù stesso a indicare la via del vero discepolo, mostrando due atteggiamenti. Francesco li ha elencati: »Il primo è rinunciare a se stessi, che non significa un cambiamento superficiale, ma una conversione, un capovolgimento di valori. L’altro atteggiamento è quello di prendere la propria croce. Non si tratta solo di sopportare con pazienza le tribolazioni quotidiane, ma di portare con fede e responsabilità quella parte di fatica e di sofferenza che la lotta contro il male comporta», ha detto il Papa.

Infine Bergoglio ha concluso: «Così l’impegno di prendere la croce diventa partecipazione con Cristo alla salvezza del mondo. Pensando a questo, facciamo in modo che la croce appesa alla parete di casa, o quella piccola che portiamo al collo, sia segno del nostro desiderio di unirci a Cristo nel servire con amore i fratelli, specialmente i più piccoli e fragili. La croce è segno santo dell’Amore di Dio e del Sacrificio di Gesù, e non va ridotta a oggetto scaramantico oppure a monile ornamentale».

Subito dopo la preghiera dell’Angelus Francesco ha rivolto alcuni appelli e saluti: «Dopodomani 1 settembre ricorre la Giornata Mondiale per la cura del Creato, da questa data fino al 4 ottobre celebreremo con i nostri fratelli cristiani di varie chiese e tradizioni il Giubileo della Terra per ricordare l’istituzione 50 anni fa della Giornata della Terra, saluto le diverse iniziative promosse nelle parti del mondo e tra queste il concerto che si svolge oggi nella Cattedrale di Porto Louis nelle Mauritius».

Poi il pensiero del Papa conferma che «segue con preoccupazione le tensioni nella zona del mediterraneo orientale insidiata da vari focolai di instabilità, faccio appello al dialogo costruttivo e al rispetto della legalità internazionale per risolvere i conflitti che minacciano la pace dei popoli di quella regione».

30 Agosto 2020 | 12:44
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angelus (230), Papa (1254)
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