Il Papa a Ostia: si apra la via della legalità

L’Eucaristia è «il pane del futuro», che già ora fa pregustare «un avvenire infinitamente più grande di ogni migliore aspettativa». Sfama attese e alimenta i sogni più belli. È pegno, «anticipo concreto» di ciò che sarà donato: in una parola è «la ›prenotazione’ del paradiso». Sono dense di significato esistenziale le parole che Papa Francesco ha dedicato nell’omelia per il Corpus Domini. Fortissima la partecipazione e la gioia dei circa 10mila fedeli, radunati nel piazzale antistante la parrocchia di Santa Monica, ad Ostia, dove si è celebrata la Messa.

Quindi un pensiero per Ostia stessa e i suoi cittadini, abituati alla violenza, agli arresti, ai clan, alle fazioni in lotta:

«Aprirsi e prendere il largo nella vita», è l’incoraggiamento di Bergoglio, «lasciarsi trasportare dall’onda di Gesù». Lui, assicura, «desidera abitare in mezzo a voi. Vuole visitare le situazioni, entrare nelle case, offrire la sua misericordia liberatrice, benedire, consolare. Avete provato situazioni dolorose; il Signore vuole esservi vicino».

È il Vangelo stesso a dirlo, quello di ieri in cui si narra l’Ultima Cena in cui ritorna più volte il verbo «preparare»: «I discepoli vanno a preparare, ma il Signore aveva già preparato», sottolinea Francesco, ha preparato «un posto e un cibo. Un posto, molto più degno della «grande sala arredata» del Vangelo. È la nostra casa spaziosa e vasta quaggiù, la Chiesa, dove c’è e ci dev’essere posto per tutti».

Da qui, il suo forte invito a spalancare le porte perché – sottolinea –  »Gesù  desidera che siano abbattuti i muri dell’indifferenza e dell’omertà, divelte le inferriate dei soprusi e delle prepotenze, aperte le vie della giustizia, del decoro e della legalità». Soprusi e prepotenze che le persone sole e sofferenti subiscono come dei «tabernacoli abbandonati», come Papa Francesco è tornato anche ieri a ricordare.

Ma Cristo, ha detto Papa Francesco ai cittadini di Ostia, «ha riservato anche un posto lassù, in paradiso, per stare insieme con Lui e tra di noi per sempre». Due doni quindi, «posto» e «cibo», che «sono ciò che ci serve per vivere». Sono «il vitto e l’alloggio definitivi». Ed «entrambi ci vengono dati nell’Eucaristia», ha affermato il Papa.

Continuamente – ha notato ancora – «abbiamo bisogno di nutrirci» di progetti e affetti: complimenti, regali e tecnologie, anche le più avanzate, «non ci saziano mai del tutto» mentre l’Eucaristia è l’unico alimento che sazia perché lì incontriamo Gesù e sentiamo il suo amore.

Agenzie/Red

4 Giugno 2018 | 06:10
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